Dieta per l'ipertensione

Che cos'è l'ipertensione?

La dieta per l'ipertensione viene spesso consigliata per chi soffre di ipertensione arteriosa. 

 

 

L'ipertensione è uno dei più importanti fattori predisponenti lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Il cambiamento dello stile di vita e della dieta è un intervento importante che mira a ridurre il rischio di sviluppare ipertensione e a migliorare le condizioni di vita e di salute dei pazienti che ne soffrono.

La pressione arteriosa è esercitata dal sangue nelle pareti delle arterie in cui viene distribuito. Essa è influenzata sia dalla concentrazione delle proteine del sangue, sia da quella dei soluti disciolti in esso. Fra i soluti, il sodio è quello che influisce maggiormente sulla pressione osmotica, e la sua concentrazione viene regolata dall'organismo, in particolar modo attraverso la sua eliminazione, che avviene in prevalenza a livello renale, e attraverso il suo assorbimento, a livello dell'intestino tenue e del colon.

 

 

Nella maggior parte dei pazienti, l'ipertensione arteriosa ha cause sconosciute, spesso riconducibili a cattivi comportamenti che sono spesso associati a questa condizione. Fra questi abbiamo il fumo, l'abuso cronico di alcol, l'obesità, lo stress, ma anche un'alimentazione scorretta. La familiarità sembra giocare un ruolo importante, comportando una maggior probabilità di sviluppare ipertensione. 

In alcuni casi l'ipertensione può essere secondaria ad alcune patologie, come quelle renali (ne sono un esempio la glomerulonefrite cronica e le patologie ostruttive delle vie urinarie), ma anche endocrine (es. sindrome di Cushing) o vascolari.  

Principi della dieta per l'ipertensione

L'alimentazione corretta in caso di ipertensione è importante in quanto può ridurre il ricorso ai farmaci o aiutare la loro azione, coadiuvandone l'effetto. Come evidenziato da un articolo di una rivista di settore, nel 2016, per l'ipertensione è necessario agire su più fronti, andando a migliorare lo stile di vita per ottenere risultati migliori. Vi sono, quindi, dei principi di base da seguire in questi casi, per agire quindi in modo multifattoriale. Fra questi abbiamo la necessità di ridurre il contenuto di sodio nella dieta, aumentando invece quello di potassio e fibra vegetale. L'apporto dietetico di sodio non dovrebbe superare i 2 g al giorno, equivalenti a 5 g di cloruro di sodio, ossia il normale sale da cucina. 

Il consumo di sodio nella dieta della maggior parte delle persone è eccessivo. Si stima, ad esempio, che in Italia l'introito di sodio medio per gli uomini sia pari a 11 g, per le donne pari a 8,5 g. Quantità eccessive che possono portare ad un maggior rischio di sviluppare ipertensione. Questo è stato dimostrato da diversi studi, fra cui uno del 2014 che andava a riunire alcune ricerche in proposito, dimostrando come l'eccesso di sodio e un apporto insufficiente di potassio nella dieta potessero essere fattori di rischio per lo sviluppo dell'ipertensione. 

Nei bambini, la necessità di ridurre il contenuto di sale nella dieta ha come scopo quello di evitare l'insorgere dell'ipertensione da adulti, agendo quindi in modo preventivo. 

 

 

Il contenuto di sodio nella dieta deriva non solo dagli alimenti in sè, quantità che si stima pari al 5-10 % dell'introito totale, quanto dalla quantità di sale che viene aggiunta negli alimenti durante la preparazione, cottura, conservazione. Un buon modo per ridurre l'apporto di sodio nella dieta è quello di evitare o ridurre il sale durante la preparazione e il consumo dei cibi. 

Altro principio di base dell'alimentazione per l'ipertensione, è il mantenimento del peso corporeo entro i corretti limiti. Risulta pertanto importante la dieta dimagrante per soggetti ipertesi, che deve avere i corretti accorgimenti per questa patologia. La relazione tra obesità e ipertensione è oggetto di studio ancora oggi e alcuni studi hanno visto come la perdita di peso possa portare ad un abbassamento della pressione arteriosa, anche se rimane ancora da capire se possa andare a risolvere del tutto i problemi conseguenti l'ipertensione. In tempi recenti, è stata riconosciuta una specifica forma di ipertensione correlata all'obesità che ha diverse conseguenze a livello renale, nervoso, ma che porta anche ad un maggior stato infiammatorio e un aumento dello stress ossidativo. L'ipertensione e l'obesità, insiema ad altre patologie o disfunzioni, come il diabete, le dislipidemie, sono incluse all'interno di quella che è chiamata "sindrome metabolica", e che richiede uno specifico intervento a livello del miglioramento delle abitudini alimentari e dello stile di vita.  

In generale, la perdita di peso nei pazienti che non soffrono di ipertensione, potrebbe essere un buon modo per prevenirla. 

In tempi recenti è stato proposto il magnesio come integratore per ridurre la pressione arteriosa, in quanto sembrerebbe aumentare l'effetto dei farmaci anti-ipertensivi e promuovere la vasodilatazione, portando alla prevenzione di diverse patologie come patologie coronariche e cardiache in generale. Ulteriori studi sono però necessari per confermare questi effetti del magnesio. 

Altro fattore importante nello stile di vita contro l'ipertensione è l'eliminazione del fumo, la riduzione dell'alcol, così come anche una dieta meno ricca di acidi grassi saturi e un adeguato esercizio fisico costante.  

In generale, chi soffre per l'ipertensione dovrebbe, inoltre, evitare di consumare cibi con un eccesso di condimenti, come burrostrutto e margarina. Dovrebbero essere evitati anche i superalcolici e le bevande zuccherate, i dolciumi come caramelle e cioccolati. Sono sconsigliati anche i formaggi, specie quelli stagionati, per il loro contenuto di acidi grassi e di sale. 

Alimenti che alzano la pressione

Vi sono alcuni alimenti che determinano un innalzamento della pressione, ad esempio per il loro alto contenuto di sodio. Fra questi abbiamo il dado da brodo, i formaggi, i salumi, gli insaccati e tutti i cibi conservati, come i legumi in scatola e gli alimenti sotto sale. 

Il sodio, inoltre, lo ritroviamo anche nei prodotti effervescenti sotto forma di citrato, così come anche nelle acque minerali, che possono essere più o meno ricchie di sodio. Per questo motivo, in genere si consiglia a questi pazienti il consumo di acqua oligominerale.

Il sodio può derivare nella dieta da alimenti che lo contengono naturalmente, come il latte, le uova, la carne, il pesce e alcuni vegetali. Altri alimenti vengono addizionati con sale o per la loro conservazione, come gli insaccati, i salumi, o per esaltarne la sapidità, come nel caso di alcuni formaggi, ma anche pane e burro. 

Altri alimenti che possono innalzare la pressione sono tutti gli alimenti eccitanti che hanno azione vasocostrittrice, come la liquirizia, il caffè e l'alcol. In particolare, il consumo di alcol è stato spesso associato ad un aumento della pressione arteriosa, specie nei bevitori cronici, che sono spesso soggetti ad un maggior sviluppo di ipertensione e rischio di malattie cardiovascolari.

Alimenti che abbassano la pressione

Ma cosa dobbiamo mangiare quindi in una dieta per la pressione alta? Come abbiamo detto, una carenza di potassio nella dieta può predisporre ad un aumento della pressione arteriosa. Assumere, quindi, cibi che ne contengono un adeguata quantità è un accorgimento dietetico importante per chi soffre di pressione alta. In particolare, molti vegetali e frutta permettono un buon apporto di potassio, fra questi: funghi secchi, fagioli secchi, fichi secchi, castagne fresche, ceci, noci fresche, ma anche frutti come le banane e il kiwi. Ne hanno una buona percentuale anche la bieta, i broccoli, i piselli e le fave fresche. 

Per assumere un adeguata quantità di potassio, così come di tutti gli altri minerali, è importante adottare alcuni accorgimenti durante la preparazione dei cibi, per evitare la perdita di minerali, e quindi anche di potassio, durante la manipolazione. È quindi importante cuocere i vegetali in poca acqua di cottura e per tempi non troppo lunghi, tagliare i vegetali poco tempo prima della cottura e non aggiungere bicarbonato di sodio agli ortaggi a foglia verde. 

Vi sono poi degli alimenti che agiscono come antipertensivi grazie alla loro azione vasodilatatrice. Ne sono un esempio i semi di zucca, semi di canapa, semi di linosemi di chia, l'aglio, il tè verde, in particolare quello biologico e di buona qualità, il rosmarino, gli infusi di ortica e il tulsi biologico. 

 

 

 

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