Armelline: effetti positivi o negativi?

Le armelline, o armellina, sono il nome con cui si indicano i noccioli delle albicocche e la loro etimologia deriva dalla parola dialettale veneziana "armellino", che si traduce appunto come "albicocca". Il nome, inoltre, deriva anche dal paese di maggiore diffusione dell'albero dell'albicocca, ossia l'Armenia. L'albero prende addirittura il suo nome scientifico proprio dall'armellina, e viene definito infatti Prunus armaniaca

 

 

La differenza estetica tra le mandorle amare e le armelline è davvero minima: queste ultime sembrano, infatti, delle piccole mandorle. Se ancora fresche, le armelline appaiono bianche e diventano poi di colore marrone scuro una volta secche. 

Oltre all'uso in cucina, le armelline hanno suscitato un interesse anche come alimenti salutari e dalle proprietà benefiche contro il cancro e lo stress ossidativo. Vediamo quindi di seguito nell'articolo se queste attività sono davvero reali. 

Principali usi delle armelline

Le armelline sono in generale usate in pasticceria soprattutto per la produzione degli amaretti ma anche per il liquore di armelline. Grazie al loro sapore amaro possono fornire un contrasto interessante con le mandorle dolci per la produzione di alcuni dolci, come nel caso di biscotti o marmellate. Nella tradizione culinaria egiziana, le armelline vengono usate per la produzione di un dolce tipico chiamato "Dokka", che si fa aggiungendo anche il coriandolo e il sale. 

 

 

Un altro utilizzo delle armelline è quello in ambito cosmetico per la produzione di oli specifici usati ad esempio per il trattamento dei capelli e della pelle. Infatti, questi semi hanno un alto contenuto di olio che può essere estratto ed utilizzato. In ambito culinario, infatti, l'olio di armelline viene usato al pari dell'olio di mandorle. In cosmetica, inoltre, l'olio di armelline viene utilizzato per la produzione di olio per il corpo, creme per il viso, balsamo per le labbra e oli essenziali. In particolare, questi ultimi sono molto usati in India per i massaggi, perchè vengono considerati efficaci nel sollievo dal dolore. 

Oggi la vendita delle armelline avviene soprattutto attraverso i siti Internet che le importano in Italia da paesi esteri. I principali acquirenti sono i malati tumorali o le persone convinte dei loro effetti preventivi e benefici. In realtà, spesso le dosi consigliate in questi siti superano di molto quelle considerate sicure, esponendo a potenziali effetti tossici. 

Valori nutrizionali delle armelline

La composizione nutrizionale delle armelline dipende dalla cultivar di albicocco considerata e può variare anche di molto. In generale, questi semi sono composti da oli e grassi per una percentuale che può andare dal 30% al 67%. 

Le armelline contengono anche proteine, dal 14% al 45%, di cui circa il 33% sono costituiti da amminoacidi essenziali. Inoltre, hanno anche carboidrati, dal 18% al 28% e fibre per circa il 5%. 

L'olio di armelline è costituito da acidi grassi essenziali, come l'acido linoleico, acido grasso omega-6, e l'acido alfa-linolenico, acido grasso omega-3. Contiene inoltre anche acido oleico per una discreta quantità. 

 

 

Le armelline hanno anche un apprezzabile contenuto di vitamina E, a cui si devono le proprietà antiossidanti. Le altre vitamine non sono, invece, presenti in quantità rilevanti. 

Effetti positivi delle armelline: tra reali e presunti

Grazie al loro contenuto di acidi grassi omega-3, ma anche al contenuto di acido oleico e polifenoli, l'olio di armelline è stato ritenuto come un potenziale antiossidante. Questo è stato proposto in uno studio del 2011 in cui è stato riscontrato un effetto positivo in pazienti affetti a fibrosi epatica. 

Uno degli effetti attribuiti alle armelline è quello di contrastare il cancro. Questo effetto è stato attribuito alle armelline già negli anni '20 da un ricercatore statunitense che, in un suo studio, aveva detto di aver ottenuto risultati importanti per il trattamento delle persone affette da cancro con l'olio di armelline. Già da quel periodo, l'uso dell'olio a scopo terapeutico venne ritenuto troppo pericoloso.

Successivamente, proprio l'amigdalina contenuta nelle armelline è stata reputata come in grado di combattere il cancro, grazie al suo effetto potenziale di blocco della proliferazione delle cellule tumorali. A tal proposito, uno studio del 2005 ha rilevato come l'amigdalina possa inibire la codifica del gene che controlla la proliferazione cellulare. Un altro studio, aveva proposto la stessa molecola in unione con un enzima per la promozione dell'apoptosi delle cellule tumorali, indicando questa combinazione come potenziale trattamento. Di conseguenza, è stata creata in laboratorio la vitamina B17, ossia l'amigdalina sintetica, proposta come trattamento contro il cancro. Questa molecola è prodotta a partire dall'amigdalina stessa in seguito alla sua reazione con l'acqua.

Nonostante la vitamina B17 venga proposta come composto in grado di favorire l'energia e il benessere dei pazienti oncologici, l'FDA (Food and Drug Administration) americana non approva il suo utilizzo come terapia, e la considera come potenzialmente pericolosa. I suoi effetti positivi non sono mai stati, in realtà, dimostrati in modo scientificamente valido ed inoltre sono stati riscontrati effetti collaterali. Tra questi abbiamo: nausea, vomito, vertigini, danni epatici, bassa pressione arteriosa, febbre, convulsioni, coma e morte. Gli effetti collaterali sono quindi simili a quelli dell'acido cianidrico. 

In alcuni paesi, come il Messico, la vitamina B17 è in uso contro il cancro come trattamento per promuovere una vita più lunga per i pazienti oncologici. Ricordiamo ancora una volta, però, che questi effetti non hanno alcuna base scientifica. Questo è anche confermato dalla NCI, l'ente nazionale americano sul cancro, che pone l'accento sul fatto che non vi sono studi clinici controllati e validi che dimostrino l'efficacia della vitamina B17 contro il cancro. 

Un altro composto estratto dalle armelline, la vitamina B15, è stato anch'esso proposto come trattamento efficace contro il cancro. Allo stesso modo di quanto detto per la vitamina B17, anche per la B15 non vi sono prove scientifiche in merito. Inoltre, l'FDA considera l'uso di questa molecola non sicura per l'uso farmacologico. 

Armelline: sono velenose?

Questi prodotti, così come le mandorle amare, contengono amigdalina, che è contenuta anche nelle foglie e nei fiori dell'albicocco. Questa molecola è un glicoside cianogenetico che può andare incontro ad idrolisi e formare acido cianidrico, composto tossico se presente ad alti livelli nel sangue.

Gli effetti negativi dovuti all'accumulo di acido cianidrico sono, ad esempio, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, sensazione di debolezza e confusione mentale. Si arriva, poi, ad effetti più gravi come convulsioni, problemi a livello cardiocircolatorio, arresto cardiaco, problemi respiratori, fino a giungere al coma e alla morte. 

L'azione dell'acido cianidrico è proprio quella, infatti, di bloccare l'uso dell'ossigeno da parte delle cellule dell'organismo, andando quindi a colpire quegli organi che ne usano in maggiore quantità: cuore e cervello. 

La dose di acido cianidrico considerata letale è pari a 0,5-3,5 mg per kg di peso corporeo. Questa concentrazione equivale a circa 50-60 armelline ingerite, ma effetti tossici si possono avere anche per quantità inferiori. L'EFSA (European Food Safety Authority), in una nota apposita, ha detto che considera pericoloso l'ingestione di 1 armellina, anche piccola, per i bambini. Per gli adulti si possono innescare effetti negativi con 3 armelline piccole o mezzo seme grande. Lo stesse ente europeo raccomanda una dose massima tollerabile di 20 μg di acido cianidrico per kg di peso corporeo introdotto in una sola volta. Consideriamo che ogni 100 g di armelline abbiamo circa 5,5 g di amigdalina e che per ogni grammo di amigdalina vengono rilasciato circa 59 g di acido cianidrico.

 

 

 

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