La vitamina E rappresenta un gruppo di composti liposolubili correlati a livello strutturale e funzionale, costituiti da una struttura complessa ad anello, legata ad una catena satura con residui metilici. La posizione di questi ultimi gruppi identifica i diversi isomeri che hanno attività vitaminica. Fra questi vi sono i tocoferoli e i tocotrienoli, di cui l'α-tocoferolo è il più abbondante e attivo in natura.
La vitamina E è abbondante nei legumi e negli oli vegetali, fra cui l'olio extra-vergine di oliva, l'olio di girasole e di soia. È contenuta anche nel fegato, nei cereali integrali e nella frutta a guscio come nocciole, arachidi, noci e mandorle.
I benefici della vitamina E sono in prevalenza dovuti alla sua attività antiossidante, in quanto neutralizza i radicali liberi che possono a loro volta attaccare i lipidi polinsaturi delle membrane cellulari. Questa vitamina è quindi utile per la protezione dall'ossidazione di molecole e strutture biologiche, fra cui membrane biologiche, LDL, ma anche acidi grassi polinsaturi, vitamina A e carotenoidi.
L'attività della vitamina E è importante per la protezione dei globuli rossi di cui aumenta l'emivita.
Altre attività attribuitegli sono un ruolo anti-invecchiamento, di protezione contro l'aterosclerosi e di protezione della fertilità, come dimostrato da studi su animali.
Ci si chiede a cosa serve la vitamina E nell'ambito di prevenzione del cancro. Uno studio del 2012 ha dimostrato che alcuni tipi di tocoferolo, ma non l'α-tocoferolo, hanno attività preventiva nei confronti del cancro. L'uso di alte dosi di α-tocoferolo non ha, invece, lo stesso effetto.
Negli anni diversi studi si sono focalizzati non solo sull'α-tocoferolo, ma anche sugli altri tocoferoli e sui tocotrienoli. Queste altre forme di vitamina E possono produrre metaboliti attivi a livello biologico che potrebbero avere potenziali effetti terapeutici e preventivi in molte patologie, fra cui il cancro. Sono necessari, però, ulteriori conferme e ricerche in merito.
Numerose ricerche si sono basate sulla correlazione tra l'azione della vitamina E e la pelle. Hanno dimostrato che, se la vitamina E viene assunta oralmente o per uso topico, può avere un effetto fotoprotettivo e stabilizzante nei confronti della funzione di barriera della pelle. Ulteriori ricerche sono necessarie per verificare il potenziale uso della vitamina E per il trattamento di dermatiti e cancro alla pelle.
Altri ruoli della vitamina E sono quelli di controllo dell'infiammazione, dell'espressione genica e della funzione cognitiva. Inoltre ha un ruolo anche nella risposta immunitaria.
Il potenziale effetto positivo della vitamina E sui capelli potrebbe essere dovuto alla sua attività antiossidante. Lo stress ossidativo è infatti stato associato ad alopecia. Uno studio del 2010 ha concluso che l'integrazione dei tocotrienoli può aumentare il numero dei capelli, in quanto porta alla riduzione della perossidazione lipidica e dello stress ossidativo del cuoio capelluto. Sono necessarie, però, ulteriori conferme che dimostrino questa proprietà della vitamina E.
La carenza di vitamina E si manifesta solo in caso di disturbi legati al malassorbimento intestinale dei grassi, nei neonati prematuri e nei casi di grave malnutrizione. Determina infertilità, degenerazione del sistema nervoso, alterazione della cute e distrofia muscolare. Nei bambini può causare anemia emolitica per danni a carico dei globuli rossi.
La vitamina E non è particolarmente tossica, ma un eccesso dell'assunzione può determinare un aumento del rischio emorragico perchè inibisce l'aggregazione delle piastrine del sangue.
I LARN 2014 (Livelli di Assunzione Raccomandata per la popolazione italiana) consigliano una dose giornaliera adeguata di 13 mg per gli uomini adulti dopo i 18 anni, e 12 mg per le donne della stessa età. I valori non variano in gravidanza mentre aumentano a 15 mg durante l'allattamento.
I livelli massimi di assunzione tollerabile sono fissati a 300 mg per uomini e donne dopo i 18 anni, gravidanza e allattamento compresi.
L'uso di un integratore di vitamina E è in generale inutile, in quanto questo composto può facilmente accumularsi nell'organismo in riserve in grado di soddisfare il fabbisogno vitaminico. Non è chiaro, come evidenziato in questo studio, se l'integrazione della vitamina E nei bambini prematuri possa svolgere un effetto preventivo nei confronti dell'anemia, che colpisce questi pazienti dopo 4 o 6 settimane dalla nascita prematura e di cui sembra essere in parte responsabile la carenza di vitamina E.
La vitamina E viene assorbita a livello dell'intestino tenue e poi trasportata nel sangue all'interno delle lipoproteine al fegato e ai tessuti extraepatici. Si accumula nelle membrane biologiche, come le membrane plasmatiche delle cellule ma anche in quelle di mitocondri, microsomi e membrana nucleare. I maggiori depositi risultano quindi essere il fegato, il muscolo e il tessuto adiposo.
La vitamina E è termolabile e fotosensibile; viene facilmente degradata anche dalla presenza di catalizzatori delle reazioni ossidative, come il ferro e il rame. La presenza nell'alimento di antiossidanti, come composti fenolici e acido ascorbico, ne consente la protezione dalla degradazione ossidativa.
I processi di raffinazione e idrogenazione degli oli possono far perdere fino all'80% del contenuto di vitamina E. Per questo motivo si consiglia sempre di preferire l'olio extravergine di oliva, che essendo estratto a freddo e senza solventi, mantiene intatto il contenuto di vitamina E.
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