Il Liquore Strega è un digestivo alle erbe di colore giallo intenso trasparente, con una gradazione alcolica di circa 40%, originario di Benevento, in Campania.
Il Liquore Strega, detto comunemente lo Strega, ha un gusto dolce e vellutato, una consistenza abbastanza densa, ed è molto aromatico con sentori di menta e spezie tra le quali spiccano la cannella e lo zafferano, l'ingrediente che gli conferisce il tipico colore giallo.
Come liquore è alquanto versatile, viene bevuto generalmente dopo i pasti come "ammazzacaffè", sia freddo che caldo, oppure viene usato per accompagnare pasticceria secca e biscotti, per insaporire alcuni dolci e dessert (per esempio nella torta mimosa al posto del marsala), oppure ancora nei gelati affogati e nelle macedonie, o, infine, come ingrediente di alcuni cocktails, in alternativa al liquore Galliano, il quale ricorda anche per il colore.
Il Liquore Strega fu ideato nel 1860 dalla distilleria Strega Alberti di Benevento.
Il nome "strega" fu scelto per ricordare una leggenda longobarda che vedeva la città di Benevento come il ritrovo ufficiale di tutte le streghe del mondo.
La ricetta originale, tutt'oggi rimasta immutata e segreta, prevede l'uso di circa 70 varietà di spezie ed erbe, tra le quali sono note lo zafferano, la cannella, la menta, il finocchio, il ginepro e la noce moscata.
Ogni erba viene selezionata attentamente dalla famiglia Alberti e poi conservata in cassettini di legno numerati, alcuni ingredienti molto preziosi vengono conseravti sotto chiave.
Agli operai che producono il liquore, spetta solo il compito di prelevare i quantitativi esatti per ogni ingrediente numerato e poi di macinarle, cosicchè la ricetta possa sempre rimanere segreta.
Il liquore viene fatto maturare in botti di rovere per circa un anno prima di essere imbottigliato, per dare modo alle erbe e alle spezie di amalgamarsi bene tra di loro.
Il Liquore Strega ha fama mondiale, grazie anche al fatto che è stato citato in tantissimi film e libri di autori di fama internazionale, da Ernest Hemingway che lo cita in "Addio alle armi", a Vinicio Capossela che lo poetizza nella sua canzone "Con una rosa".
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