La birra analcolica è una birra che contiene un quantitativo esiguo di alcol che per la legge italiana non deve superare l'1,2%: non è, quindi, completamente analcolica, nonostante il nome.
Si possono, inoltre, distinguere due tipi di birre analcoliche in base al tasso alcolico in esse presente: la no alcol o senza alcol che ha non più di 0,05% e la low alcol o poco alcol che non supera l'1,2%.
L'obiettivo di una birra analcolica è quello di ricreare il gusto di una normale birra senza però gli effetti inebrianti dell'alcol in essa contenuto e può essere consumata per esempio quando ci si mette alla guida, tanto che viene chiamata anche "drive beer".
Il primo produttore italiano di birra analcolica è stato Moretti con la sua birra zero e lo slogan "tanto gusto, zero pensieri", seguito poi da altre realtà, non tanto artigianali quanto piuttosto industriali. La birra analcolica non è certo un prodotto di qualità ma esiste sul mercato principalmente per rispondere ad una richiesta ben precisa. Sono birre prodotte da multinazionali, italiane ed estere, e vendute a prezzi molto bassi, circa 1-1,5 € per la bottiglia da 330 ml.
Altri Paesi sono più avanti dell'Italia quanto a produzione e consumo della birra analcolica, la Spagna per esempio, il principale produttore e consumatore europeo di birra a basso contenuto alcolico, ma soprattutto gli Stati Uniti dove la birra analcolica può essere venduta legalmente anche ai minori. C'è da aggiungere, poi, che tutto il Medio Oriente è un forte consumatore di birra analcolica e rappresenta da solo un terzo del mercato.
Qui in Italia c'è ancora tanta diffidenza nei confronti della birra analcolica, così come del vino analcolico, in quanto chi sceglie di bere birra, o vino, lo fa principalmente per il suo più o meno blando effetto euforizzante e non di rado capita di sentire il simpatico appellativo birra "castrata" quando ci si riferisce ad una birra analcolica. Le critiche che vengono mosse più spesso alle birre analcoliche sono la perdita di sapore rispetto a quelle alcoliche e il tenore zuccherino troppo alto che sovrasta sull'amaro dato dal luppolo e che è, in fondo, il gusto tipico che si cerca in una birra.
Esistono principalmente due metodi per produrre birra analcolica: il primo, quello più diffuso e utilizzato, consiste nell'interrompere la fermentazione alcolica quando la birra ha raggiunto il grado alcolico desiderato, dunque l'1,2% o anche meno. Proprio quest'interruzione di fermentazione sarebbe responsabile del sapore più dolce delle birre analcoliche rispetto a quelle alcoliche, dato che rimangono più zuccheri in circolazione, non vengono completamente svolti.
Il secondo metodo, invece, meno usato e più laborioso, interviene successivamente alla produzione di una birra normale, alcolica, alla quale con una particolare tecnologia si toglie l'alcol, solitamente lo si fa evaporare sottoponendo la birra ad ebollizione.
Tendenzialmente le birre stile lager sono quelle che più frequentemente vengono commercializzate anche come analcoliche. Molto probabilmente perché sono le più vendute in tutto il mondo (coprono da sole circa il 90% del mercato totale di birre).
Il problema maggiore nel consumo di birra è senz'altro quello relativo all'alcol, dunque la birra analcolica sicuramente fa "meno male" della birra tradizionale, semplicemente perché contiene una quantità di alcol molto inferiore.
Il quantitativo di alcol nella birra analcolica è abbastanza basso da non costituire un problema di salute, a meno di non consumarne quantitativi veramente assurdi, diciamo che un consumo fino a un litro al giorno di birra analcolica non costituisce un problema anche nelle birre che contengono l'1% di alcol (equivarrebbe a bere un bicchiere scarso di vino al 12,5% di alcol).
La birra contiene sempre solfiti, additivo potenzialmente pericoloso se assunto in grande quantità, il problema non sussiste se il consumo è sporadico e ci si limita a una o due birre, diventa critico se il consumo è quotidiano e in quantità importante (per esempio mezzo litro al giorno).
Per chi volesse approfondire l'argomento sulle birre analcoliche, le loro calorie e la loro introduzione in una dieta consigliamo di leggere il nostro articolo: birra analcolica e dieta.
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