La birra è attualmente la bibita alcoolica più diffusa del mondo. Le sue origini si fanno risalire all'antico Egitto.
Le materie prime con cui si prepara la birra sono l'acqua, l'orzo, il luppolo e i lieviti.
Viene trasformato in malto tramite un particolare procedimento di germinazione e tostatura.
Il cereale viene selezionato e fatto macerare in acqua per 2-3 giorni, fino a raggiungere una percentuale di umidità del 45%. Poi viene posto all'interno di cilindri rotanti continuamente arieggiati per 10 giorni circa, il tempo necessario per la germinazione.
A questo punto l'orzo viene essicato a 65-70 gradi e poi tostato a 80 gradi. Le radici che si sono formate con la germinazione vengono allontanate e il malto viene riposto in silos fino al momento del suo utilizzo per produrre la birra.
Il contenuto in minerali influenza le caratteristiche della birra: le acqua dolci favoriscono l'insorgenza del sapore amaro e vengono di solito preferite.
Il luppolo è una pianta rampicante coltivata soprattutto nel nord Europa. Vengono utilizzate le inflorescenze femminili, che contengono sostanze aromatiche (che danno il sapore amaro alla birra) e tannini.
Si utilizzano i due lieviti Saccharomyces carlsbergensis e S. cervisiae, responsabili della fermentazione alcolica e di trasformazioni che conferiscono il particolare sapore alla birra.
Il malto (al quale possono essere aggiunti altri cereali, ammessi dalla legge fino a un massimo del 40%) viene macinato, addizionato ad acqua, impastato e portato a 55-60 gradi.
Gli enzimi formatisi con la germinazione dell'orzo producono l'idrolisi dell'amido a destrine e maltosio: le prime rimangono nella birra, il secondo fermenterà trasformandosi in alcol.
Il mosto così ottenuto viene filtrato e portato a ebollizione, viene poi aggunto il luppolo (da 150 a 600 gr per ettolitro); la cottura viene protratta per due ore. Durante questa fase il tannino e le proteine residue precipitano, gli enzimi vengono inattivati, il mosto viene sterilizzato e concentrato per evaporazione.
Dopo che si è raffreddato, vengono introdotti i lieviti e viene lasciato fermentare in tini per 3-4 giorni a 15-20 gradi (fermentazione alta), oppure a 10-12 giorni a 5-8 gradi (fermentazione bassa).
La fermentazione viene conclusa in botti di deposito, dove avviene anche la chiarificazione e la maturazione. La birra viene poi filtrata e imbottigliata, infine viene pastorizzata a 55-65 gradi per uccidere gli eventuali lieviti residui e inattivare eventuali microorganismi.
La birra può essere addizionata con additivi: acido lattico, ascorbico, citrico; gomma d'acacia, anidride solforosa, acido benzoico (solo nella birra analcolica).
La birra viene classificata dalla legge in base al tenore alcolico:
Il valore energetico della birra dipende dal grado alcolico: si va da 34 kcal/100 g per la birra normale, con gradazione 4.5-5%, alle 60 kcal della birra doppio malto classica, con gradazione 6-7%, e si può arrivare anche a 80-90 kcal con la birra doppio malto speciale, che può raggiungere una gradazione del 9-12%.
La birra analcolica può essere prodotta con due metodi.
Il primo, utilizzato più di rado, sfrutta una tecnologia in grado di rimuovere l'alcol dal prodotto finito.
Il secondo metodo è più diffuso e consiste nell'interrompere la fermentazione quando la birra raggiunge il tasso alcolico desiderato.
La legge italiana prevede per la birra analcolica un massimo di 8 gradi Plato, pari a circa all' 1,2%: è importante sapere, dunque, che non si tratta di una bevanda analcolica, ma che contiene una certa quantità di alcol e quindi è sconsigliata per chi deve eliminare totalmente l'alcol dall'alimentazione (come le donne incinte).
Negli Stati Uniti l'alcolicità della birra analcolica non deve superare lo 0,4% e in Gran Bretagna addirittura lo 0,05%.
Per un discorso più approfondito sulla classificazione dei diversi stili di birra rimando all'articolo Stili della birra.
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