I canapè sono delle tartine realizzate tagliando un tipo di pane morbido (solitamente pancarrè o pane da tramezzini) in varie forme (ovali, rotonde, quadrate, rettangolari, a stella etc...), privato della crosta e farcito con svariate combinazioni. La base della preparazione dei canapè solitamente è un formaggio spalmabile (un caprino fresco o un formaggio tipo Philadelphia) oppure un sottile strato di burro, magari un burro aromatizzato, poi sopra ci si può sbizarrire aggiungendo un po' di tutto, dal pesce (caviale, gamberetti o salmone affumicato tra i grandi classici), ai salumi, alle verdure, alla frutta e così via.
I canapè sono da considerarsi gli antesignani del finger food, un prodotto ormai un po' demodè, che ricorda molto gli anni Ottanta e Novanta quando ad ogni festa che si rispettasse sbucavano fuori vassoi e vassoi di canapè presi in pasticceria. Ed oggi alcune pasticcerie li propongono ancora, non è che i canapè si siano del tutto estinti, ma sicuramente hanno già vissuto il loro momento di gloria e iniziato il declino, dando spazio ad altri tipi di aperitivi e stuzzichini.
La parola "canapè" è francese e significa "divano". La spiegazione di questa connessione tra i canapè ed il divano può essere ambigua, esistono due versioni differenti: c'è chi la spiega sostenendo che i canapè vengono consumati sul divano, come aperitivo, prima di mettersi a tavola e iniziare il pasto vero e proprio e chi la spiega, invece, trovando un'analogia tra il modo in cui si farciscono i canapè, facendo "sedere" gli ingredienti, così come le persone si siedono sul divano.
L'origine dei canapè va ricercata durante il Settecento quando i nobili francesi presero l'abitudine di offrirli ai propri ospiti, i canapè dovevano essere piccoli e maneggevoli, facili da prendere con le mani direttamente dai vassoi portati dai camerieri e da mangiare in un sol boccone (amuse-bouche). Questa abitudine fu poi seguita anche dai nobili inglesi e si diffuse un po' in tutta l'Europa.
Recentemente i canapè, meglio conosciuti come stuzzichini, sono preparati e consumanti durante l'ora dell'aperitivo nei bar, spesso con il fine di incoraggiare la gente a bere di più, dato che la maggior parte delle volte sono composti da ingredienti salati e piccanti che aumentano il senso di sete.
All'interno dell'ampia gamma di canapè possibili, meritano una mensione particolare le frivolités (letteralmente le "frivolezze") e i vol-au-vent (letteralmente "ondeggiare al vento").
Le frivolités sono grandi fette di pane nero morbido, di cui viene usata solo la mollica, spalmate di formaggi morbidi o di burro, farcite con altri ingredienti misti (rucola e prosciutto cotto, stracchino e peperoni, foie gras, tartufo, alici, gorgonzola e sedano per fare alcuni esempi), quindi arrotolate su loro stesse, legate e tenute per qualche ora in frigorifero per dare modo a tutti gli ingredienti di compattarsi. Una volta pronto, il rotolo viene tagliato a fette di circa 1 cm di spessore.
I vol-au-vent (o volauvent, vedi foto a lato, pronuncia "vulavàn"), invece, sono dei piccoli contenitori di pasta sfoglia (che si trovano già pronti da farcire oppure si possono fare in casa seguendo la nostra ricetta della pasta sfoglia) bucati al centro e riempiti di ingredienti cremosi (maionese, senape, ketchup, salsa cocktail, salsa bernese, crema di zucca, spuma di mortadella, ricotta...), poi sormontati da altri ingredienti quali verdure, frutta secca, pesce, salumi.
Insomma gli abbinamenti che si possono fare per creare canapè, frivolités o voulavent sono infiniti, basta dare sfogo alla propria fantasia. L'effetto scenografico, quando vengono serviti tutti insieme su un vassoio, è assicurato.
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