L'allattamento al seno era la norma in epoca preindustriale, e la sua durata era molto lunga, compresa tra i 9 e i 12 mesi. In alcune regioni le mamme procedevano con l'allattamento al seno addirittura per 3 anni. Poi, col sorgere dell'industria le cose sono cambiate e anche se dagli anni 70 si è verificata una inversione di tendenza, oggi l'allattamento al seno è divenuta una pratica molto critica per molte mamme.
Il latte vaccino è considerato oggi del tutto inadeguato alle esigenze del bambino anche dopo i sei mesi di età e fino almeno al compimento dell'anno. Questa opinione è oggi largamente condivisa, come dimostrano le recenti raccomandazioni delle maggiori autorità pediatriche mondiali.
Il motivo principale che ne sconsiglia l'uso è l'eccessivo apporto di sodio, potassio, cloro e proteine, che si traduce in un eccessivo lavoro a carico dei reni che può portare a disidratazione.
È molto importante anche il contenuto di grassi essenziali, fondamentali per il corretto sviluppo del bambino.
L'unica alternativa al latte vaccino, se non è possibile allattare al seno, è quella di utilizzare latte per lattanti.
Dopo il quinto mese è indicato l'utilizzo dei cosiddetti latti di proseguimento, che si caratterizzano per un contenuto di proteine più elevato e una diversa composizione in generale, più adatta ai bisogni e alle capacità digestive del bambino.
LATTE DI VACCA | LATTE MATERNO | KCAL / 100 ML | 65 kcal | PROTEINE | 3.3 gr | CARBOIDRATI | 5.5 gr | GRASSI | 3.5 gr |
Il feto comincia succhiarsi il pollice fino dalla undicesima e tredicesima settimana, sviluppando così i muscoli della mandibola e delle guance, in modo da essere pronto a a succhiare il latte appena nato: ciò va inteso non solo come un'abilità compartimentale innata tesa alla sopravvivenza, ma anche come uno dei primi atti finalizzati a riconoscimento di sè e del mondo esterno.
Risulta evidente così, fin dai primi atti della vita come alimentazione e le attività relazionali, emotive e cognitive si sviluppino in modo così integrato è contemporaneo.
Così il processo dell'allattamento si attua in un complesso sistema di comportamenti della madre e del piccolo i cui effetti biologici e psicologici sono caratterizzati dalla reciprocità, definita dall'integrazione dei livelli psicofisici durante tutto il processo di sviluppo: secondo alcuni inoltre durante queste prime fasi, nella organizzazione dei ritmi di cullamento e suzione tra madre e bambino è ravvisabile l'apprendimento di quei ritmi - "io parlo tu ascolti" - che sembrano indispensabili all'aquisizione di linguaggio e abilità comunicative.
Nei primi mesi allattare il bambino secondo ritmi orari non rigidi, ma cadenzati e ordinati, flessibili a seconda delle necessità del piccolo, che è già in grado di esprimere abbozzate abilità di autorganizzazione, avendo cura di dedicargli il momenti di serenità, senza fretta o tensioni di vario genere. Sarebbe opportuno che gli adulti che si prendono cura del piccolo, la madre in particolare, siano attenti alle necessità e alle richieste del bambino fin da queste prime fasi.
Evitare di alimentare il bambino per calmare ogni suo disagio, ma scegliere fin da queste primissime farsi della vita modalità differenziate, basate su contatto e la tenerezza per rispondere alle esigenze ed ai richiami del piccolo.
Se il bambino non si alimenta volentieri o presenta disturbi di vario genere, è sempre bene non far diventare il momento di mangiare un evento tragico in con il bambino si sente forzato e la madre si dispera: il pediatra, nei casi estremi saprà certamente consigliare i modi perché il bambino assuma i nutriente necessari senza che al momento del pasto diventi un incubo.
Il bambino in questa fase di vita è già in grado di imparare che il cibo è un ottimo strumento di relazione da usare nel rapporto con gli adulti o con chi si prende cura di lui.
Alcuni farmaci sono controindicati durante l'allattamento poichè potrebbero nuocere in qualche modo al bambino, altri sono somministrabili con cautela e altri innocui.
Consigliamo sempre e comunque di chiedere informazioni al proprio medico curante o meglio al proprio pediatra prima di assumere qualunque farmaco durante l'allattamento.
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