Il cromo è molto diffuso in natura, in due forme: cromo trivalente e cromo esavalente. La forma trivalente è quella essenziale all'uomo, poiché influenza il metabolismo dei glucidi e dei lipidi.
Presente in tutti i tessuti (nelle cellule è legato agli acidi nucleici), il cromo è contenuto nell'organismo in quantià inferiore ai 6 mg. Il contenuto diminuisce durante la vita, si pensa che questa riduzione comporti la ridotta tolleranza al glucosio degli anziani.
Il cromo è contenuto soprattutto nel lievito di birra, nella carne e nei legumi, nel formaggio, nel fegato e nel pepe nero. Gli alimenti trasformati in genere ne contengono meno di quelli freschi. Nei cibi, il cromo si presenta in forma trivalente (Cr3+) organica o inorganica.
Il cromo viene assorbito scarsamente, nell'intestino tenue, nella misura del 10-25% se in forma organica, e solo per lo 0,3-3% se in forma inorganica. Il cromo diviene biologicamente attivo quando è inserito nella molecola GTF (fattore di tolleranza al glucosio), una molecola che potenzia l'effetto dell'insulina.
Il cromo è attivo anche sul metabolismo dei grassi, e ha un effetto positivo in quanto riducen il livello di colesterolo e trigliceridi nel sangue, e aumenta il colesterolo HDL.
Una carenza di cromo (soprattutto a carico dei bambini malnutriti, gestanti affetti da diabete e anziani), determina un'alterazione della conduzione dei nervi periferici, iperlipidemia e iperinsulinemia.
Il cromo esavalente (Cr6+) è molto pericoloso per l'organismo, come ossidante (si riduce facilmente a Cr3+ determinando una forte ossidazione), inoltre attraversa facilmente la barriera cutanea e le membrane plasmatiche.
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