Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per la cosiddetta mindfulness, una pratica che sarebbe alquanto riduttivo definire in poche parole.
Iniziamo con il dire che mindfulness è un termine inglese che significa consapevolezza; parlare delle origini di questa pratica non è facilissimo ed esulerebbe dagli scopi di questo articolo; qui possiamo limitarci a dire che la dottrina buddista ha sicuramente avuto un ruolo importante nella pratica moderna di questa disciplina.
È forse più semplice concentrarci su quello che è l'obiettivo principale della pratica mindfulness: ovvero l'apprendere come guardare e accettare la realtà del presente, osservando in modo distaccato, e mai giudicante, tutti suoi lati negativi e accettandoli per quello che in effetti sono, ovvero prodotti della propria mente che, attraverso un determinato percorso, possono essere capiti e controllati evitando così che essi siano in grado di influenzare in modo negativo la propria esistenza.
La mindfulness, infatti, parte dal presupposto che le persone molte volte non sono in grado di accettare sé stesse e nemmeno quello che accade dentro di loro o al loro esterno; così facendo, una persona giudica in modo negativo sé stessa e gli altri, si dispera per le cose che le accadono e tende a criticare tutto e tutti; è del tutto inevitabile che ciò porti all'insorgenza di disagi psicologici e pensieri negativi che finiscono per minarne la qualità di vita.
Attraverso la giusta pratica della mindfulness, quindi, si dovrebbe essere in grado di gestire e ridurre le sensazioni negative e lo stress causati da problematiche di vario tipo che hanno un impatto negativo nella vita di una persona: lutti, separazione, perdita del lavoro, gravi malattie ecc.
La mindfulness può essere applicata in diversi ambiti dell'esistenza; per esempio all'alimentazione, un ambito che ha un ruolo di fondamentale importanza nella nostra vita quotidiana.
L'applicazione della mindfulness all'alimentazione è nota come mindful eating, ovvero alimentazione consapevole.
Di fatto, si tratta di una tecnica che punta a una maggiore consapevolezza dei bisogni relativi alla sfera alimentare, portandoci a un modo diverso nello stare a tavola.
In altri termini, lo scopo principale della mindful eating è quello di rendere consapevole la persona che non è soltanto importante quello che si mangia, ma anche come si mangia.
Praticare l'alimentazione consapevole cambierà in modo radicale l'approccio alla nutrizione che diventerà più qualitativo: una maggiore attenzione al gusto dei cibi, al loro sapore, al loro colore, alla loro forma, alla loro importanza, alla velocità con la quale si mangia, al modo in cui si sta a tavola, alle sensazioni che si provano mangiando, all'ambiente dove si sta mangiando, ai segnali del corpo ecc.
Nell'ottica mindful eating, viene spontaneo pensare anche a una cucina, come per esempio la cucina biologica, che guardi con occhio attento all'aspetto salutistico; non è infatti un segreto che un buon stile di vita non può prescindere da una sana ed equilibrata alimentazione; è ormai da decenni che sono provate le relazioni fra una cattiva alimentazione e l'insorgenza di patologie di vario tipo che possono rivelarsi anche molto gravi.
Tra l'altro è giusto ricordare che la mindful eating sta riscuotendo un sempre crescente interesse tra gli esperti che trattano e studiano i disturbi del comportamento alimentare; un approccio mindfulness all'alimentazione, infatti, potrebbe rivelarsi un'importante arma in più da affiancare al tradizionale e necessario approccio medico.
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Tra i componenti più importanti rientrano le vitamine del gruppo B: vediamo in quali alimenti si trovano e quando integrarle.
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