Le fette biscottate sono delle fette di pane di forma quadrata che hanno la particolarità di essere cotte due volte in forno, come dice il nome stesso bi-scottate. Sono come dei biscotti secchi dal gusto né troppo dolce né salato che vengono solitamente mangiate a colazione o a merenda in abbinamento a marmellata, miele o cioccolata spalmabile.
Le fette biscottate, così come i grissini e i crackers, sono dei sostituti del pane comune ormai prodotte quasi esclusivamente su scala industriale con tutti i difetti che questo comporta (come la frequente presenza di grassi idrogenati o margarina) e molto in voga grazie alla loro elevata conservabilità (6-12 mesi).
Le fette biscottate hanno una consistenza croccante in bocca, un colore dorato più o meno scuro a seconda degli ingredienti e della cottura e un aspetto simile a quello dei toast. Si trovano facilmente in commercio in tantissime varianti: integrali, con farine diverse da quella di grano (avena, segale...), arricchite con cacao, con riso od altri cereali soffiati, e così via.
Le fette biscottate sono state inventate dalla comunità mennonita prussiana durante l'Ottocento. Quella mennonita è una delle comunità cristiane più chiuse al mondo e professa un ritorno alle origini basando la vita su povertà e carità. L'idea di cuocere il pane due volte derivava dalla necessità di risparmiare e di evitare sprechi nonché dall'esigenza di creare un prodotto che si potesse conservare a lungo nel tempo.
Originariamente in lingua prussiana (tedesco) le fette biscottate venivano chiamate zwieback (composto da zwei = due e backen = cotto in forno), nome che è rimasto in uso anche nei Paesi di lingua anglosassone.
I mennoniti dalla Prussia si sono poi stabiliti in varie parti del mondo (in particolar modo USA, Canada, Sud America) dove hanno fatto conoscere il loro tradizionale pane biscottato.
Agli Stati Uniti spetta il merito di aver reso le fette biscottate un prodotto di largo consumo e realizzato su scala industriale.
A partire dai primi anni del Novecento in Piemonte si diffuse l'abitudine di preparare il "biscotto della salute" che era una sorta di pane dolce tagliato a fette e cotto due volte in forno molto ricco di ingredienti tra cui miele, burro, uova, latte... Si chiamava "della salute" non tanto perchè fosse salutare secondo i moderni canoni dietetici quanto piuttosto poiché, in un epoca di miseria e carestia come quella, era un prodotto ipercalorico e nutriente, considerato un lusso.
Oggi l'azienda Panmonviso di Andezzeno (TO) continua a produrre una linea dal nome "biscotto salute" che ricorda molto però le comuni fette biscottate. Mi sento comunque di consigliarlo poiché l'azienda non usa conservanti né oli idrogenati.
Un altra specie di fetta biscottata italiana sono i biscotti del lagaccio, molto più ricchi di burro e più assimilabili a biscotti veri e propri, si trovano anche nei supermercati e hanno il vantaggio di essere prodotti con solo burro, almeno quelli di Grondona e di Panarello.
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