Mustardela delle Valli Valdesi

La mustardela è un salume povero, di umili origini, praticamente una variante del sanguinaccio, tipico del Piemonte e in particolare delle Valli Valdesi, del comune di Pinerolo e di tutta la zona montana della provincia di Torino. Secondo gli storici le origini della mustardela vanno cercate nella cultura occitana, visto che un prodotto simile si ritrova anche oltralpe ed è chiamato "boudin" in francese. 

 

 

Oggi in Piemonte rimangono solo 5 produttori artigianali di mustardela riuniti sotto il presidio slow food denominato "mustardela delle Valli Valdesi", i quali seguono un rigido disciplinare di produzione che si prefigge di mantenere la lavorazione tradizionale della mustardela.

Mustardela

Il presidio offre loro una maggiore visibilità anche al di fuori della ristretta zona di produzione.

Produzione della mustardela delle Valli Valdesi presidio slow food

La mustardela è uno dei pochi sanguinacci tuttora prodotti e commercializzati in Italia, assieme ai brusti e barbusti del Trentino Alto Adige e al biroldo della Garfagnana che ancora prevedono l'aggiunta di sangue di maiale nella loro lavorazione. La mustardela si ottiene facendo prima bollire le parti della testa del suino assieme ad altri tagli di scarto (gola, cotenna, lingua, fegato, polmoni e rognoni), poi disossandole e macinandole. All'impasto vengono aggiunti il sangue fresco del maiale appena macellato -i produttori di mustardela sono tutti anche allevatori e macellano loro stessi il maiale-, un soffritto di porri e cipolle, un po' di vino rosso (facoltativo) e una concia composta da sale, pepe nero, cannella, noce moscata e chiodi di garofano. Il nuovo impasto viene insaccato in un budello naturale della forma di una salsiccia e viene lessato in acqua a 90° per 20 minuti, è importante mantenere la temperatura dell'acqua costante per fare in modo che il budello non si sfaldi. 

 

 

Una volta cotta, la mustardela si presenta come una salsiccia di colore scuro, del diametro di 6-7 cm, della lunghezza di 20-25 cm e del peso di circa 250-300 grammi. Al gusto è molto speziata e ha un sapore agrodolce. Va consumata tagliata a fette e leggermente ripassata in padella, accompagnata da polenta, cavoli, cipolle o patate. 

 

 

 

Ultimi articoli sezione: Alimentazione

I fichi fanno ingrassare?

I fichi non hanno 50 kcal/hg come riportato in molti siti: ne hanno molte di più, e per questo non possono essere consumati in grande quantità.

Fichi

I fichi e il fico, le varietà, la stagionalità, i fichi secchi, canditi o caramellati.

L'olio extravergine di oliva nutraceutico: cos’è e dove trovarlo

Recentemente si è sentito molto parlare delle proprietà nutraceutiche dell’olio di oliva: scopriamo cosa significa e dove trovare l'olio nutraceutico.

Il gelato fa ingrassare?

Il gelato è un dolce e come tale di sicuro non può essere considerato un alleato della linea... Ma fa davvero ingrassare?

 

La normativa italiana sulla canapa alimentare

Un quadro completo delle leggi e delle implicazioni sui regolamenti nazionali in materia di uso alimentare della canapa.

Quanti albumi si possono mangiare al giorno?

Scopriamo quanti albumi (o chiare d'uovo) si possono mangiare al giorno... Il problema non è tanto negli albumi ma in cosa ci abbiniamo!

Il fenomeno del "freezer burn"

Il fenomeno del freezer burn: avviene quando i cibi congelati, confezionati in modo non appropriato, perdono umidità in superficie.

I fagiolini crudi fanno male a causa della fasina

I fagiolini crudi contengono fasina, una sostanza tossica che viene neutralizzata con la cottura. Scopriamo come evitare i rischi.