Novel food: significato, esempi e normativa

I novel food sono alimenti o ingredienti nuovi rispetto a quelli tradizionali e sono regolamentati da un'apposita legge comunitaria. L'elenco dei novel food si allunga sempre di più, grazie anche alla globalizzazione che mette in contatto popoli diversi, ma anche grazie alla ricerca continua di nuove fonti di nutrienti in favore della sostenibilità ambientale. 

 

 

Vediamo nel corso di questo articolo cosa e quali sono i novel food. 

Significato di novel food

I novel food, come sono definiti dal Ministero della Salute, comprendono tutti i "nuovi alimenti o nuovi ingredienti, per i quali non è dimostrabile un consumo significativo al 15 maggio 1997". Questa data fissata è la data di entrata in vigore del Regolamento UE 258/97, che differenzia i novel food dagli alimenti di consumo comune. Questi ultimi sono, quindi, quegli alimenti che sono parte integrante della tradizione culinaria dei paesi europei. 

Il Regolamento del 1997 definisce anche i criteri sulla base dei quali vengono immessi sul mercato i novel food. Questi sono principalmente 3:

  1. non devono avere rischi per chi li consuma
  2. non devono trarre in inganno il consumatore
  3. se proposti come sostituti di altri alimenti, non devono avere svantaggi nutritivi

 

 

Inoltre, sempre lo stesso Regolamento, precisa che in etichetta, i novel food devono riportare la presenza eventuale di ingredienti o sostanze che possono avere ripercussioni etiche o per la salute, ed inoltre la presenza eventuale di OGM (Organismi Geneticamente Modificati).

Esempi di novel food li abbiamo avuti anche nel corso della storia passata, anche prima del 1997, quando si sono diffusi in Europa alimenti come banane, pomodori, mais, riso e moltissime spezie

Oggi i novel food comprendono non solo alimenti ma anche tipologie di produzione, nuove fonti alimentari, che vengono usate per la creazione di nuovi cibi e nuovi estratti usati in integratori alimentari.

Normativa dei novel food 

Il vero e proprio inizio del riconoscimento dei novel food, come prodotti da regolamentare, inizia nel 2004, quando per la prima volta l'EFSA emette un parere su un nuovo prodotto, l'olio Enova. Questo spiana la strada per una regolamentazione sui novel food e nel 2015, nasce il nuovo Regolamento UE, il 2015/2283, che identifica una procedura più snella e semplice per la valutazione e l'autorizzazione dei novel food

Questo Regolamento europeo va ad abrogare quello del 1997, il 258/97, assegnando alla Commissione europea, quindi, a partire dal 2018, anno di entrata in vigore del nuovo Regolamento, il compito di valutare l'autorizzazione di nuovo prodotti alimentari, dietro anche, qualora necessario, il parere scientifico dell'EFSA. Quest'ultimo organo andrà a valutare i rischi che sono correlati alla vendita e al consumo del nuovo alimento, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza alimentare

I nuovi prodotti alimentari provenienti da altri paesi, al di fuori dell'Unione Europea, devono seguire un iter per l'autorizzazione al commercio, che è stato però semplificato dal Regolamento del 2015. È sufficienti presentare le prove della sicurezza d'uso in almeno un paese al di fuori dell'Unione Europea, sicurezza che deve essere provata da almeno 25 anni. Qualora vi siano queste prove, viene inviata alla Commissione europea, agli Stati membri e all'EFSA, la notifica riguardante l'alimento in questione. Entro 4 mesi da questo invio, ogni Stato membro e l'EFSA può esprimere parere contrario circa la vendita del prodotto, vietandola quindi nel suo territorio. 

 

 

Nel 2016, l'EFSA ha emanato delle linee guida circa la presentazione della richiesta di commercializzazione dei novel food, compresi quelli provenienti da paesi al di fuori dell'UE. In particolare, chi fa richiesta di immissione sul mercato di un nuovo alimento, deve presentare tutti i dati sulla composizione nutrizionale dell'alimento, nonchè quelli riguardanti le valutazioni tossicologiche e la presenza di eventuali allergeni. Inoltre, i documenti devono comprendere anche le informazioni sul processo di produzione dell'alimento e sull'uso abituale. Se un nuovo alimento è prodotto tradizionale di un altro paese, la documentazione deve comprendere anche i dati sulla sicurezza d'uso nel paese d'origine che devono comprendere una valutazione fatta nel corso di almeno 25 anni. 

Dopo la valutazione e il parere scientifico dell'EFSA, i gestori del rischio dell'UE valutano se inserire l'alimento all'interno degli alimenti inediti oppure se in quelli tradizionali di Paese terzo. Questi ultimi sono considerati come una sottocategoria dei novel food ai quali si riserva una procedura di autorizzazione più semplice rispetto a quella dei novel food inediti. Inoltre, viene controllato anche l'etichettatura del prodotto nuovo, che deve essere corretta e chiara circa il contenuto dell'alimento. Il novel food, qualora vada a sostituire un altro alimento preesistente, deve avere le stesse caratteristiche nutrizionali e non essere svantaggioso da questo punto di vista. 

Saranno sempre i gestori del rischio a decidere se un novel food possa essere immesso sul mercato o meno, così come anche le condizioni d'uso dei singoli prodotti. In generale, la normativa europea in materia di novel food ha come base portante la sicurezza dei consumatori, nonchè l'introduzione sul mercato di alimenti vantaggiosi dal punto di vista nutrizionale. 

Elenco ed esempio dei novel food al 2020

L'elenco dei novel food è ormai molto lungo e in continuo aggiornamento, se ne può leggere uno solo parziale in questa review.

In generale, vengono considerati nuovi alimenti i prodotti con le seguenti caratteristiche:

  • alimenti o ingredienti alimentari con la molecola modificata o di nuova sintesi
  • alimenti o ingredienti isolati da funghi o alghe o contenenti microrganismi in genere
  • alimenti o ingredienti prodotti a partire da vegetali o animali
  • alimenti o ingredienti che seguono un processo di produzione nuovo che porta alla modifica del valore nutritivo e degli eventuali allergeni o sostanze tossiche presenti nel prodotto finito.

L'allungamento della lista dei novel food concessi è dovuto alla procedura di autorizzazione che è stata semplificata con il nuovo Regolamento in vigore dal 2018. Ai novel food fanno parte attualmente alimenti derivanti da colture di cellule o tessuti animali e vegetali, ma anche cibi prodotti usando micelle e liposomi.

I novel food riguardano anche l'eventuale immissione sul mercato di prodotti derivanti o costituiti da insetti e frutti non autoctoni, così come anche gli alimenti prodotti a partire da animali clonati e nanotecnologie.

Dei novel food non fanno invece parte gli alimenti OGM, perchè regolamentati in modo specifico, e anche enzimi, additivi e aromi, ma anche vitamine e minerali

Fra i novel food oggi autorizzati troviamo quelli che vengono usati anche all'interno di integratori alimentari o usati come tali, fra cui: baobab, alga spirulina, semi di chia e olio di krill. Altri novel food approvato sono: il licopene, il lattitolo, estratto di cocco in polvere sgrassato, l'estratto di fagioli neri e diversi olii estratti da batteri e funghi. 

Il cannabidiolo, estratto dai fiori e dalle foglie della canapa, è una sostanza rilassante che più volte ha seguito l'iter di approvazione come novel food. I semi di canapa sono autorizzati nella varietà a basso Thc, cioè il composto con azione psicotropa e stupefacente. Ad oggi, però, i derivati delle foglie e fiori della canapa non sono ammessi. Il cannabidiolo non ha, quindi, superato l'autorizzazione come novel food e non è quindi consentito come ingrediente negli alimenti e integratori. Il motivo di questo divieto è che, nonostante la canapa sia un prodotto tradizionale, il suo olio è spesso contaminato da Thc, ragione per cui viene considerato un farmaco. 

Gli insetti sono un caso di novel food particolare, in quanto sono prodotti tradizionali di molti paesi al di fuori dell'Unione Europea, ed in linea teorica non vi sarebbero ostacoli nella loro commercializzazione. Il problema sta nelle stringenti prove di sicurezza chimiche e tossicologiche che i produttori devono fornire alla Commissione europea, tutte analisi che vengono a costare al produttore circa 100 mila euro in tutto. Fra i derivati da insetti, la bava di lumaca è ammessa come componente di integratori alimentari, che a livello legislativo sono equivalenti agli alimenti. 

Nel gennaio del 2021, l'EFSA ha espresso il suo primo parere sui prodotti alimentari derivanti da insetti. L'organismo afferma che è molto difficile valutare la composizione degli alimenti derivanti da insetti commestibili. Inoltre, l'EFSA aggiunge che il contenuto proteico di questi prodotti, motivo per cui vengono spesso ritenuti vantaggiosi per la salute, può essere sovrastimato a causa della presenza di chitina in alcuni di essi. Inoltre, rimane chiarire ciò che riguarda le possibili reazioni allergiche che alcune proteine provocano. Le possibili reazioni allergiche possono essere provocate anche dai mangimi degli insetti, o da reazione crociata con altri allergeni. In aggiunta, la diversità degli insetti è enorme e non aiuta nella determinazione di un parere univoco circa la loro messa in commercio come prodotto alimentare.  

L'uso degli insetti come novel food è visto e riconosciuto dall'EFSA stessa come vantaggioso per la sostituzione di fonti proteiche con maggiore impatto ambientale, come la carne. Certo, la commercializzazione di questi prodotti incontrano il disgusto e la diffidenza dei popoli che per tradizione non sono abituati a consumare insetti. 

 

 

 

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