Degli insetti commestibili si è iniziato a parlare negli ultimi anni in seguito ad alcuni eventi.
La FAO (Food and Agricolture Organization) per prima ha lanciato un allarme sostenendo che nel 2050 il pianeta sarà popolato da nove miliardi di persone e le risorse alimentari saranno insufficienti a sfamare tutti, vuoi l'eccessivo sfruttamento dei mari, vuoi la scarsità delle superfici coltivabili e di acqua, vuoi i cambiamenti climatici..., la FAO ha dunque lanciato la proposta di un cibo nuovo, gli insetti, semplici da reperire ed economici. Al mondo esistono circa 2000 specie di insetti catalogati come commestibili e non c'è rischio di estinzione.
In secondo luogo, molti chef stellati hanno iniziato ad utilizzare gli insetti nei loro piatti, facendo molto scalpore e finendo sulle pagine di tutti i giornali. Alcuni esempi:
Inoltre, sono già state immesse sul mercato delle barrette energetiche a base di insetti, finora diffuse prevalentemente nel Nord Europa e nel Nord America, ma dal 2015 arriveranno anche in Italia grazie al lavoro di due ricercatori altoatesini, Meinrad Koch e Stefan Klettenhammer, che hanno creato questo snack con farina ottenuta centrifugando vermi, larve e altri insetti.
Ormai si parla sempre più spesso di insetti come cibo del futuro, è stato anche l'argomento centrale dell'ultimo Salone del Gusto di Torino: "Insetti ed erbacce nei nostri piatti" e ormai dal 2013 a Londra viene istituito ogni anno il Pestival (da pest = insetto) sulla tematica degli insetti commestibili. Ma quali sono i pro e i contro di questo nuovo cibo?
Come accennato in precedenza, gli insetti commestibili non rischiano di estinguersi o di scarseggiare, ce ne sono circa 40 tonnellate disponibili per ogni essere umano del pianeta, inoltre hanno un impatto ecologico sull'ambiente molto più lieve degli allevamenti di bovini, ovini, pollame etc... Insomma sono più sostenibili, hanno bisogno di meno cibo per nutrirsi ed emettono nell'atmosfera meno gas nocivi. Per di più che a livello nutritivo reggono bene il confronto con la carne: sono un'ottima fonte di proteine nobili, di amminoacidi, vitamine e grassi essenziali (omega 3 e omega 6).
Tutto rema a favore degli insetti, quindi, se non fosse per l'aspetto estetico: la maggior parte delle persone occidentali dichiara che non li mangerebbe mai, neanche a pagamento, per via del disgusto provocato dalla vista di grilli, cavallette, larve e quant'altro...e questa è una barriera difficile da abbattere. Più di quella del sapore, acidulo e piccante al quale con il tempo ci si può tranquillamente abituare, così come ci siamo abituati a mangiare i funghi e le muffe (per esempio nei formaggi erborinati come il gorgonzola).
Di certo l'idea dei due ricercatori altoatesini è stata molto azzeccata, quella di trasformare gli insetti in farina, in poltiglia, così da non renderli riconoscibili alla vista...
Se per noi occidentali l'idea di mangiare insetti è ancora nuova ed anche un po' azzardata, non è lo stesso per molti Paesi dell'Asia, dell'Australia o del Sud America dove invece vengono consumati da secoli così come un qualsiasi altro piatto tradizionale e sono considerati delle vere e proprie prelibatezze.
A molti italiani viene da storcere il naso solo all'idea, ma chissà magari valga la pena di assaggiarli durante un viaggio:
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