Il tamarillo è un albero da frutto originario dell'America Latina, in particolare del Perù, del Cile, della Colombia e dell'Ecuador, viene coltivato anche in Nuova Zelanda e nell'Ottocento è stato introdotto anche in Francia.
Qualche anno fa anche l'Italia ha iniziato a coltivare il tamarillo nelle regioni del centro.
L'interesse per questa pianta deriva dal fatto che la cyphomandra betacea, la specie i cui frutti sono chiamati tamarillo, appunto, appartiene alla famiglia delle solanacee, come il pomodoro o la patata, che bene si sono ambientate in Italia nei secoli scorsi.
Inoltre, un altro motivo che rende il tamarillo commercialmente interessante è il fatto che è capace di mantenersi per mesi se tenuto ad una temperatura refrigerata di circa 4°C.
Il tamarillo, chiamato spesso pomodoro da albero, per la sua somiglianza con il fratello di terra, ha una forma ovale, buccia rossa e polpa giallognola, che diventa via via più scura man mano che aumenta il grado di maturazione, ricca di piccoli semi.
Il sapore somiglia a quello del pomodoro anche se è più dolciastro, agrodolce.
Viene di solito consumato al cucchiaio, senza mangiarne la buccia, oppure a fette con l'aggiunta di aceto balsamico o, infine, usato per dare un tocco esotico alle insalate, magari abbinato all'avocado.
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