Il nashi (pyrus pyrofilia) è un albero da frutto originario della Cina anche se il termine "nashi" è giapponese e significa "pera". Il nashi è diffuso anche in Giappone, Corea, Australia, Stati Uniti e, da circa trent'anni, in Europa dove però l'interesse per questo frutto non è elevato e rimane comunque una coltivazione marginale.
L'albero del nashi assomiglia in tutto e per tutto al pero comune europeo (pyrus communis), appartengono entrambi alla famiglia delle Rosacee, alla sottofamiglia delle Pomoidee e al genere Pyrus, tranne che per il frutto. Il nashi, infatti, non ha la classica forma "a pera" ma è più tondeggiante e la sua buccia è più liscia, non porosa come quella della pera, a prima vista potrebbe assomigliare più ad una mela che ad una pera, anche se il colore della buccia varia da un giallo verdognolo ad un marrone bronzeo con i tipici puntini neri disseminati come nella pera.
La sua polpa è bianca, succosa, soda e croccante, dal sapore dolce e piacevolmente dissetante.
Il fatto che il nashi sia esteriormente simile ad una mela ma dal gusto simile a quello della pera ha fatto sì che sia stato considerato per anni un innesto tra un pero e un melo e che venisse chiamato pero-melo, appunto. Invece il nashi è un frutto a se stante, totalmente diverso.
Sul mercato italiano lo troviamo da fine estate fino a tutto l'autunno, si mangia come frutto fresco, e viene usato anche nelle macedonie, nelle torte o in alcune insalate come quella classica di rucola, pere e noci.
In Cina e in Corea viene impiegato anche grattugiato negli stufati di carne.
Lo sviluppo della tecnologia e l'esperienza fatta durante il periodo di lockdown, ha stravolto anche il modo di acquistare prodotti alimentari.
L'arrivo dell'estate porta con sé una serie di cambiamenti e aspettative. Tra questi, la cosiddetta "prova costume" è uno dei momenti più temuti da molte persone.
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