Meno conosciute delle sarde a beccafico sono le sarde allinguate, le sarde marinate e fritte tipiche della cucina siciliana e in particolare palermitana.
Non c'è da stupirsi se in Sicilia esistano tantissimi modi diversi per preparare le sarde, un pesce azzurro, molto ricco di omega 3 ma al tempo stesso un pesce povero, facile da pescare, da trovare sui banconi delle pescherie e soprattutto a buon prezzo.
Ogni famiglia, praticamente, ha una sua ricetta per preparare le sarde fritte: c'è chi le impana come una cotoletta con la classica panatura in 3 passaggi (farina, uova e pangrattato), chi le fa marinare prima per qualche minuto con l'olio e il succo di limone e poi le frigge, chi la marinatura la fa ma solo con aceto, chi le fa ripiene e fritte...insomma l'elenco potrebbe essere infinito.
La particolarità che più spicca delle sarde fritte alla siciliana, comunque, è quella che prevede prima la marinatura e poi la frittura. A ben guardare è il contrario di quello che accade al Nord, in Veneto e in Friuli, con le sarde in saor: stesso pesce, stesse cotture ma completamente ribaltate, le sarde in saor, infatti, vengono prima fritte e poi marinate.
Ma come mai si chiamano sarde "allinguate"? Molto probabilmente viene da pensare che sia perchè quando le sarde vengono decapitate, eviscerate e aperte a libro assomigliano a delle lingue. Ma non solo, il nome ha origini più antiche: durante la dominazione spagnola i siciliani cercavano di imitare nei loro piatti i signori spagnoli, accontentandosi di piatti poveri che con la loro fantasia riuscivano a tramutare in piatti da re, e così nacquero le sarde a beccafico (a voler imitare volatili ben più pregiati), e così nacquero anche le sarde allinguate, che così aperte sembravano delle piccole sogliole, pesce che gli spagnoli chiamano "lenguados", appunto.
Ci sono due scuole di pensiero quanto alla marinatura: chi la fa solo con aceto e chi invece con succo di limone. A mio parere dipende dai gusti personali, in linea teorica non c'è molta differenza in quanto sia il limone che l'aceto riescono a smorzare molto bene la grassezza del fritto, ma si possono anche provare entrambe le ricette e friggere un po' di sarde marinate in aceto e un po' di sarde marinate nel succo di limone così come indichiamo nella nostra ricetta.
Ricordiamo che per ottenere una buona frittura va tenuto conto della scelta e della temperatura dell'olio: il migliore per una frittura casalinga è l'olio di semi di arachide e la temperatura da raggiungere è quella di 170-180°C. Se non si possiede un termometro da cucina si può capire che l'olio è pronto quando, immergendo un pezzo di sarda, si vede che inizia a sfregolare facendo le bollicine.
Autore: Andrea Tibaldi
Tempo di preparazione:
Tempo di cottura:
Tempo totale:
Lavare le sarde sotto l'acqua corrente, decapitarle e privarle della lisca e delle interiora, quindi aprirle a libro. Metterne una parte a marinare in aceto e l'altra parte a marinare in un'emulsione di olio evo, succo di limone e prezzemolo tritato.
Coprirle con pellicola trasparente e lasciarle marinare per un paio d'ore, quindi scolarle, asciugarle bene e passarle nella farina. Friggerle poche alla volta in olio bollente (150-180°C), scolarle con l'aiuto di una schiumarola e appoggiarle su un vassoio con carta assorbente. Sistemarle di sale e pepe e servirle con qualche fettina di limone come guarnizione.
Energia |
371 kcal - 1551 KJoule |
|
38 g |
||
Proteine |
39 g - 42% |
|
Carboidrati |
11 g - 12% |
|
Grassi |
19 g - 46% |
|
di cui |
|
|
saturi |
3.2 g |
|
monoinsaturi |
8.8 g |
|
polinsaturi |
4.3 g |
|
Fibre |
0 g |
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Colesterolo |
74 mg |
|
Sodio |
106 mg |
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