La glucosamina (o glucosammina) è un aminopolisaccaride (zucchero amminico), sintetizzabile dall'organismo umano, coinvolto nella sintesi delle proteine glicosilate (glicosaminoglicani). In natura si trova in molti organismi, dai funghi al guscio dei crostacei.
La glucosamina fu identificata per la prima volta nel 1876 da G. Ledderhose, ma la sua struttura fu definita in modo dettagliato solo nel 1939, grazie a W. Haworth.
I composti derivati dalla glucosamina sono presenti nelle articolazioni, con la funzione di mantenere lubrificato lo spazio articolare. Con l'età la produzione di glucosamina diminuisce e questo è uno dei fattori che portano alla degenerazione della cartilagine articolare, che alla lunga porta all'artrosi, che colpisce soprattutto l'anca, il ginocchio e la spalla.
L'integrazione di glucosamina è intesa a sopperire alla mancata produzione endogena, al fine di rallentare l'insorgenza dell'artrosi o addirittura di ridurre il danno articolare già presente.
Commercialmente è prodotta tramite l'idrolisi dell'esoscheletro dei crostacei, o più raramente dalla fermentazione dei cereali, come il mais o il frumento. Negli USA, se si escludono le vitamine e i minerali, la glucosamina è uno degli integratori più venduti in assoluto.
La glucosamina è stata studiata in modo abbastanza approfondito per indagare la sua efficacia nella prevenzione e nella cura dell'artrosi. Alcuni studi (di parte, finanziati dalle aziende farmaceutiche) hanno dato risultati positivi, ma sono stati smentiti da altri studi indipendenti. Attualmente, sembra di poter dire che una integrazione di glucosamina solfato di 1500 mg al giorno può rallentare l'insorgenza e lo sviluppo dell'artrosi, ma solo se assunta per alcuni mesi consecutivi. Il grado di beneficio risulta essere piuttosto variabile da soggetto a soggetto.
Gli studi sugli atleti non sono molti, e hanno evidenziato che con una integrazione di 3000 mg al giorno di glucosamina solfato si può ottenere una riduzione della degradazione della cartilagine, ma questo vale probabilmente solo negli sport molto impattanti sulle articolazioni (corsa, salti, ecc). Sicuramente sono necessari altri studi per confermare queste ipotesi.
Prevenzione e riduzione dei sintomi dell'artrosi: la riduzione è stata confermata da diversi studi, ma risulta essere di entità molto ridotta e variabile da soggetto a soggetto.
Riduzione della degenerazione articolare negli sportivi.
Le dosi utilizzate negli esperimenti mediamente variano da 1000 a 1500 mg, in genere quindi si consigliano dosi di 900 o 1500 mg giornalieri, divisi in due o tre assunzioni (3x300 mg o 3x500 mg).
Alcuni consigliano dosi maggiori, fino a 3000 mg. I pochi esperimenti scientifici condotti su atleti hanno utilizzato 3000 mg al giorno.
Si pensa che l'integrazione di glucosamina possa causare insulino-resistenza, e per questo è sconsigliata per i diabetici, tuttavia l'insulino-resistenza è stata indotta iniettando la sostanza nei ratti, mentre non esistono evidenze quando viene ingerita dall'uomo, in quantità pari a 1.500 mg.
La glucosamina non è indicata per chi è allergico ai crostacei, sebbene non ci dovrebbero essere problemi in quanto l'allergene è presente nella carne dei crostacei, e non nel carapace.
Alcuni accusano problemi intestinali, sebbene di scarsa entità, probabilmente causati dalla fermentazione della glucosamina da parte dei batteri intestinali.
Attualmente si può dire che la glucosamina qualche vantaggio lo dà, ma di lieve entità. Può essere quindi valutato come integratore per chi soffre di problemi degenerativi alle articolazioni, nella misura di 1500 mg al giorno, in 3 cicli durante l'anno (3 mesi di assunzione, uno di stop, per 3 volte).
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