La proteina C reattiva (PCR) è una proteina pentamerica (globulina), ovvero formata da 5 subunità identiche associate ad uno ione Ca2+.
È sintetizzata dal fegato in risposta ad una serie di stimoli di tipo infiammatorio, in particolare l’interleuchina 6 (IL6) e riversata poi nel sangue.
I valori normali della proteina C reattiva oscillano tra 5 mg/l e 6 mg/l, anche se possono arrivare a 10 mg/l pur rientrando nella normalità.
Questi valori aumentano velocemente (a volte fino a 1000 mg/L) in caso di stati infiammatori dell'organismo.
I livelli di PCR aumentano entro 4-8 ore dalla comparsa del processo infiammatorio e raggiungono il picco entro 2-3 giorni.
Solitamente l'aumento della proteina C reattiva (PCR) precede le manifestazioni con i classici sintomi dell’infiammazione (febbre e dolori).
Quando lo stato infiammatorio cessa, anche la proteina C reattiva si riporta ai valori normali.
Per misurare la concentrazione di questa proteina, basta fare un semplice esame del sangue.
Il suo valore però non è indicativo di nessuna malattia nello specifico, semplicemente indica che c'è un processo infiammatorio in atto e questo spinge ad effettuare esami più approfonditi per fare la diagnosi della malattia che ne ha provocato il rialzo.
Possibili cause di aumento della PCR:
La determinazione del valore della proteina C reattiva è anche utile per valutare:
Oltre alla semplice determinazione della proteina C reattiva che, come abbiamo detto, è solo un esame indicativo di un fenomeno infiammatorio in corso, esiste un altro esame più specifico detto test della proteina C reattiva ad alta sensibilità.
Questa valutazione permette di misurare concentrazioni anche molto basse di proteina C reattiva comprese tra 0,5 e 10 mg/l.
E' utile per la valutazione del rischio cardiovascolare. Si è visto infatti che c'è un associazione tra la malattia cardiovascolare e l'aumento della proteina C reattiva.
Un livello di PCR superiore a 2,4 mg/L è correlato con un rischio doppio di sviluppare coronaropatie e infarto del miocardio, rispetto ai pazienti che hanno un valore di proteina C reattiva inferiore a 1 mg/l.
Questo perché il processo di formazione delle placche aterosclerotiche all'interno dei vasi sanguigni è dovuto anche all'infiammazione dell'endotelio (il tessuto che riveste la parete interna dei vasi sanguigni).
L'ipertensione, il fumo, l'inattività fisica fanno aumentare i valori di proteina C reattiva.
Alcuni interventi (sia farmacologici che non) messi in atto per la prevenzione primaria e secondaria della cardiopatia ischemica possono ridurre i livelli nel sangue di proteina C reattiva.
Essi sono:
Per questo il valore della proteina C reattiva, insieme ai valori del colesterolo totale, del rapporto LDL/HDL, e dei trigliceridi (tutti valori calcolabili con un semplice prelievo di sangue) danno un quadro del possibile rischio cardiovascolare del paziente.
La frattura del collo del femore, molto comune negli anziani, interessa la porzione di osso compresa fra la testa e la regione sottotrocanterica dell'osso femorale.
Per calcolosi salivare, o scialolitiasi, si intendono delle formazioni di minerali cristallizzati, simili a pietre, che si formano nelle ghiandole salivari.
I gangli, o cisti sinoviali, sono grumi non cancerogeni che si sviluppano tipicamente lungo i tendini o le articolazioni.
L'erisipela è una dermoipodermite batterica acuta, ovvero un'infezione degli strati più profondi della pelle.
L'acido D-aspartico è un integratore utilizzato per migliorare la fertilità e per aumentare la produzione di testosterone.
La crisina è un integratore che inibisce l'enzima aromatasi, è utilizzato per aumentare il livello di testosterone ma la sua efficacia non è dimostrata.
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