L'olio di mais è l'olio vegetale estratto dal germe del seme di mais e, tra gli oli vegetali, è uno dei meno costosi, per questo molto spesso utilizzato dall'industria alimentare per produrre margarine e prodotti fritti come le patatine o prodotti da forno.
La lavorazione dell'olio di mais avviene solitamente per estrazione tramite solventi (esano o isoesano), a cui segue un processo di raffinazione (sbiancamento e deodorizzazione) dopo il quale l'olio di mais si presenta come un olio dal colore giallo pallido e dall'odore neutro, delicato.
L'olio di mais non raffinato ha un colore rosso scuro, ma in commercio è introvabile, almeno in Italia, anche all'estero non è un olio particolarmente diffuso e facile da trovare.
La resa produttiva è scarsa, di circa 5-15%, ma la parte restante della lavorazione dell'olio viene destinata alla produzione di amido di mais (o maizena) e quindi riciclata.
L'olio di mais è parecchio utilizzato anche in altri ambiti: per esempio come biodiesel, per produrre vernici e inchiostri, risulta tra gli ingredienti di prodotti antiruggine e anche di insetticidi.
Inoltre, l'olio di mais è diffuso anche nei prodotti cosmetici: come base degli oli da massaggio, nelle creme doposole e nelle creme per pelli secchi date le sue presunte proprietà emollienti.
L'olio di mais è diventato molto famoso in Italia grazie all'Olio Cuore, una olio di mais raffinato che venne promosso negli anni '80 con una campagna pubblicitaria molto aggressiva, a sua volta diventata celebre per il famoso "salto della staccionata".
L'olio di mais contiene una grande quantità di acidi grassi polinsaturi, ed è per questo motivo che viene promosso come "olio della salute", perché i grassi polinsaturi eserciterebbero una funzione protettiva nei confronti delle arterie.
In realtà, tuttavia, gli acidi grassi contenuti nell'olio di mais sono in prevalenza gli omega 6 (acido linoleico), molto meno importanti rispetto agli omega 3 contenuti nel pesce o in altri oli vegetali (soprattutto nell'olio di lino). Ormai vi è un consenso abbastanza diffuso tra i ricercatori, sul fatto che il rapporto tra i grassi omega 6 e omega 3 vada ridotto, perché è mediamente troppo elevato nella popolazione.
Acidi grassi | Quantità (g) |
Grassi saturi totali | 14.96 |
C4:0\÷C10:0 | 0.00 |
C12:0 (laurico) | 0.00 |
C14:0 (miristico) | 0.57 |
C16:0 (palmitico) | 11.69 |
C18:0 (stearico) | 2.30 |
C20:0 (arachidico) | 0.40 |
C22:0 (beenico) | 0.00 |
Grassi monoinsaturi totali | 30.66 |
C14:1 (miristoleico) | 0.00 |
C16:1 (palmitoleico) | 0.40 |
C18:1 (oleico) | 29.88 |
C20:1 (eicosaenoico) | 0.19 |
C22:1 (erucico) | 0.19 |
Grassi polinsaturi totali | 50.43 |
C18:2 W6 (linoleico) | 49.83 |
C18:3 W3 (linolenico) | 0.60 |
C20:4 W6 (arachidonico) | 0.00 |
C20:5 W3 (eicosapentaenoico - EPA) |
0.00 |
C22:6 W3 (docosaesaenoico - DHA) |
0.00 |
Rapporto Polinsaturi/Saturi | 3.40 |
L'olio di mais raffinato ha un punto di fumo piuttosto elevato (230 gradi circa) e quindi può essere utilizzato come olio per frittura, tuttavia è sempre meglio utilizzare oli meno insaturi per friggere, come quello di arachide, di soia o anche di palma.
L'olio di mais non raffinato è praticamente impossibile da trovare, sia in Italia che all'estero (è forse l'olio non raffinato che desta il minor interesse in assoluto sia da parte dei consumatori, che dei produttori).
Concludendo, l'olio di mais non è un olio interessante né dal punto di vista salutistico, né per utilizzi specifici in cucina.
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