Forse non tutti sanno che la faraona è un uccello originario dell'Africa, a Sud del deserto del Sahara, che è stato introdotto in Europa e nel resto del mondo solo in tempi recenti (dal XVIII secolo).
La faraona (Numida meleagris) appartiene alla famiglia dei Numididi ed è un uccello commestibile, anche se poco diffuso sulle tavole italiane, molto di più in quelle francesi.
La faraona viene anche chiamata gallina faraona, gallina numidica, gallina africana, gallina di Guinea, gallina del faraone.
La faraona è di taglia medio-grande, di dimensioni maggiori della gallina, più simili a quelle del fagiano, di circa 1,5-2 kg di peso.
Il piumaggio è molto scuro, grigio-nero, puntinato di bianco, il becco è corto, convesso e ricurvo verso il basso, la testa è solitamente priva di piume così come le zampe che sono lisce. La coda è molto corta e pende verso il basso.
La faraona è una specie gregaria, vive in stormi di circa 25 esemplari, inoltre è terrestre, poco adattata al volo, ma abile nella corsa (può compiere tranquillamente 10 km al giorno).
Si ciba di tutto quello che trova nel terreno: insetti, rettili, vermi, semi, frutta e verdura.
La stagione riproduttiva è l'estate durante la quale necessita di climi caldi e secchi.
La faraona è un uccello difficile da addomesticare e da allevare poiché soprattutto i maschi hanno un carattere molto aggressivo, per questo viene spesso ibridata con le galline per renderla più mansueta.
La faraona viene spesso considerata alla stregua di una grossa gallina, in effetti dal punto di vista nutrizionale i suoi valori sono del tutto simili a quelli del pollo. Anche i tagli della carne sono gli stessi.
Ci sono però alcune differenze: la carne della faraona è (poco) più grassa di quella di pollo (e in ogni caso molto dipende dal pollo la cui quantità di grasso può variare parecchio), la sua pelle è più spessa, e la sua carne più scura e con un aroma tipico, più forte di quello del pollo.
In cucina la faraona viene utilizzata soprattutto nelle cotture arrosto per occasioni speciali come le festività natalizie o il cenone di Capodanno, per preparare arrotolati ripieni (quando disossata) o il brodo, oppure in umido.
In Emilia una ricetta tipica è la faraona alla leccarda, mentre nelle Marche la faraona viene usata per preparare il brodo dei cappelletti e poi consumata come bollito proprio il giorno di Natale.
Un consiglio, sempre meglio marinare la faraona per alcune ore, anche tutta la notte, prima di cuocerla.
Della faraona vengono consumate anche le uova, lievemente più grandi rispetto a quelle di gallina, un po' come quelle di anatra.
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