Il karkadè, o carcadè, è una bevanda analcolica ottenuta tramite infusione in acqua bollente dei fiori essiccati di una pianta, la Hibiscus Sabdariffa, appartenenete alla famiglia delle Malvacee, un arbusto perenne che cresce in Africa, in alcune zone dell'Asia e in tutta la fascia tropicale caraibica, e che arriva fino a 3 metri di altezza.
Il karkadè viene spesso chiamato tè rosso, ma erroneamente, poiché non viene ottenuto dalla pianta del tè, la Camellia Sinensis, e non ha nessuna similitudine con il tè stesso, se non il metodo di preparazione in tazza.
Il karkadè, quindi, non contiene teina, ha un gusto dolce e rinfrescante, non è amarognolo e astringente come il tè, ma acidulo e agrumato, ha un colore rosso vivace con riflessi rosacei e può essere bevuto sia caldo che freddo.
Il karkadè che arriva da noi occidentali viene di solito prodotto in Eritrea, in Etiopia e in Kenya, ed è commercializzato in pratiche bustine.
In Africa i fiori dell'Hibiscus vengono usati anche freschi per scopi culinari, come per esempio per fare marmellate e confetture.
Esiste un tipo di karkadè verde, che però non ha mercato in Occidente, ma viene bevuto solo localmente in Africa.
Al carcadè vengono riconosciute numerose qualità benefiche per l'organismo umano, tra le quali: una funzione regolatrice della pressione sanguigna, un'azione lenitiva e protettiva delle mucose e dei tessuti interni, un'azione antiossidante, una funzione leggermente lassativa, una capacità regolatrice della funzionalità epatica.
Ciò che è sicuro è il fatto che questa bevanda è molto diffusa in tutta l'area tropicale e desertica sia dell'Africa, che dell'Asia, che del Sud America, per la sua qualità più spiccata: aiuta a combattere la sete e la disidratazione.
Il karkadè venne conosciuto in Occidente durante l'Ottocento, l'epoca degli imperi coloniali degli europei.
In Italia si diffuse principalmente grazie al fascismo, che vietava ogni importazione da Paesi che non fossero italiani, e poichè il karkadè veniva prodotto in Eritrea, allora colonia italiana, era considerato un prodotto lecito. Il tè, di importazione britannica, venne quindi sostituito coattamente con il karkadè, ma da parte degli italiani ci fu sempre una certa ritrosia nei confronti di quest'ultimo, come possiamo scoprire anche parlando con i nostri nonni o bisnonni.
Ebbe una grande diffusione durante l'epoca del proibizionismo, perchè, dato il colore, poteva essere scambiato per vino.
In alcuni Paesi il carcadè ha avuto più successo che in altri, per esempio in Giamaica dove è considerato la bevanda di Natale per eccellenza, per via del suo colore rosso vivace.
Gli altri nomi del karkadè sono: Tè rosa dell'Abissinia, Tè nubiano o Acetosa Giamaicana.
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