Ginger ale e ginger beer sono due bevande analcoliche (come vedremo il ginger beer può essere leggermente alcolica) appartenenti al genere dei soft drinks, gassati e zuccherati, ottenuti a partire dalla radice di zenzero, una spezia rinfrescante e leggermente piccante, che in inglese si chiama appunto "ginger".
Come vedremo, le differenze tra le bevande, seppur presenti, sono minime.
Il ginger ale può essere di due tipi: golden (oro), di un colore giallo carico e dal sapore molto intenso, oppure dry (secco), o pale-dry (pallido), di un colore più chiaro e dal sapore più delicato. Esistono anche dei ginger ale aromatizzati alla frutta, ai frutti di bosco, al miele o alla menta.
Il ginger ale viene commercializzato in lattina oppure nelle bottigliette di vetro da 200 ml, in America è facile trovarlo anche confezionato nei bottiglioni di plastica da 1,5 litri, come quelli della coca-cola per intenderci.
In Italia il consumo del ginger ale è molto limitato, è una bibita quasi esclusivamente da bar, dove viene consumato come aperitivo, bevuto da solo con ghiaccio e limone, oppure nelle miscelazioni dei cocktail, primo tra tutti il Moscow Mule, o anche l'analcolico Shirley Temple.
Ultimamente, però, si può acquistare anche al supermercato e la sua diffusione sta aumentando, anche grazie al recente ritorno di fiamma verso tutti i soft drinks, come il chinotto o la cedrata.
Alcune ditte italiane, come la Paoletti, producono una bevanda simile al ginger ale, aromatizzata allo zenzero, con il nome di spuma bionda.
In etichetta si trova scritto generalmente "aromi naturali", tra questi sono contenute tutte le spezie come lo zenzero, il pepe, la canella, protetti dal segreto professionale e non dichiarati specificatamente. I ginger ale prodotti industrialmente contengono, però, più spesso aromi artificiali.
Simile al ginger ale c'è anche il ginger beer, anch'esso analcolico e aromatizzato allo zenzero, che si differenzia dal ginger ale innanzitutto per una questione geografica: mentre il ginger ale è nato negli Stati Uniti, infatti, il ginger beer è inglese ed ha una storia più antica.
La produzione di quest'ultimo ricorda un po' quella della birra, da cui l'assonanza con il nome, poichè gli ingredienti (zenzero, zucchero, limone e acqua) vengono messi a fermentare naturalmente. Il ginger beer, quindi, può contenere una percentuale alcolica, anche se molto ridotta, e in questo caso viene specificato in etichetta.
Il ginger ale, invece, è solitamente addizionato di anidride carbonica e solo raramente viene sottoposto a fermentazione naturale, il più delle volte, la sua produzione è interamente industriale e artificiale.
Il ginger beer nacque durante l'Ottocento in Inghilterra come bevanda medicamentosa per i marinai contro il mal di mare, ebbe molto successo e arrivò ad essere conosciuta negli Stati Uniti dove un dottore, Thomas Cantrell, ne brevettò la versione statunitense, il ginger ale, ed iniziò una campagna di promozione molto agressiva nella quale affermava di essere l'inventore di questa bevanda che veniva commercializzata con lo slogan "The originals makers of Ginger Ale".
Attualmente ancora subiamo gli effetti di questa campagna, erroneamente, infatti, siamo portati a pensare che il ginger ale sia nato prima del ginger beer, il quale non sarebbe altro che una sua pallida imitazione, e certo è che il consumo e la diffusione del ginger ale a livello mondiale è molto maggiore di quella del suo "fratello maggiore".
La fama del ginger ale crebbe molto durante l'epoca del Proibizionismo, negli anni Venti, quando questa bevanda, così come il tè e i succhi di frutta, veniva usata e miscelata con gli alcolici per nasconderne l'odore e l'aspetto.
Le fabbriche nordamericane di ginger ale più famose sono: Canada Dry, Vernors, Seagram's, Schweppes e Blenheim. Uno dei più famosi ginger beer è prodotto dall'industria britannica Fever tree.
Alcune aziende producono cioccolato adatto ai vegani, quindi con bevande vegetali, margarine e altre materie prime per la cui produzione si parte esclusivamente da vegetali.
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