La dieta per la candida è un tipo di alimentazione atto a combattere la candidosi. La candida (Candida albicans) è un microrganismo saprofita (dal greco sapros (marcio) e phyton (pianta), con questo termine si indicano quegli organismi che si nutrono di materia organica morta o in decomposizione) naturalmente presente nel cavo orale, nel tratto gastrointestinale e nella vagina dell'individuo sano. In condizioni normali non reca danno all'organismo, tuttavia quando il sistema immunitario non riesce più a tenerlo sotto controllo, limitandone la proliferazione eccessiva, la candida diventa fonte di problemi di svariata natura, a seconda di dove avviene l'eccessiva crescita della popolazione del fungo. Quando questo si verifica, si parla di candidosi, o candidiasi, patologia che abbiamo descritto nel dettaglio nell'articolo sulla candidosi.
Quando la candida attacca l'intestino, si parla di candidosi intestinale: molti pensano che questo tipo di patologia possa causare svariati tipi di disturbi non solo di tipo intestinale, ma anche psicologico e fisico (depressione, stanchezza cronica, mal di testa, perdita della memoria, desiderio smodato di dolci, malumore, ecc).
Il primo a proporre un approccio dietetico contro la candida fu William G. Crook, un medico statunitense, nel lontano 1983. Il suo libro The Yeast Connection: A Medical Breakthrough ebbe un notevole successo e ancora oggi la sua terapia è piuttosto in voga. Secondo Crook, la candida si nutre principalmente di carboidrati ed è per questo che la candidosi porterebbe ad un desiderio smodato di cibi dolci. Limitando i carboidrati, dunque si ridurrebbe l'apporto di nutrienti e la candida, piano piano, regredirebbe consentendo all'organismo di riportare la situazione alla normalità. Gli altri cibi da eliminare sarebbero quelli naturalmente ricchi di lieviti e micotossine, e gli alcolici.
I cibi da evitare o limitare fortemente, dunque, sarebbero lo zucchero, la frutta, quasi tutti i cereali, la birra, il vino, le bevande zuccherate, i salumi e i cibi contenenti conservanti, le arachidi, l'aceto, il pane con il lievito e i formaggi stagionati.
La dieta per la candida consiglia l'assunzione di alcuni cibi contenenti batteri probiotici (yogurt e latti fermentati con Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterius), cibi fermentati come il miso o il kefir, l'aglio, erbe come l'Hidrastis canadensis, il Berberis vulgaris e l'Echinacea angustifolia; alcune erbe aromatiche come l'origano, la menta, il timo e la melaleuca; fibre solubili (pectina, gomma di guar, semi di psillio e di lino); spezie come la curcuma; e come integratori, la biotina (vitamina H) nella misura di 500 mcg al giorno.
Gli alimenti consentiti, che rappresentano l'ossatura della dieta per la candida, sono il pesce, le uova, la carne magra, l'olio extravergine di oliva e altri oli di semi, il riso integrale, le alghe e le verdure, che devono essere ben lavate.
Dal punto di vista prettamente scientifico, bisogna dire chiaramente che non esiste alcuna certezza sull'utilità di questa dieta, e nemmeno sul legame tra la candida e i sintomi generici, fisici e psicologici, di cui abbiamo parlato all'inizio dell'articolo. Inoltre la dieta per la candida, che a detta dell'autore deve essere seguita per diverse settimane o addirittura per diversi mesi, è piuttosto restrittiva e può quindi portare a carenze nutrizionali se non programmata da soggetti esperti di alimentazione.
Concludendo, a nostro parere pensare di risolvere il problema della candida con la sola alimentazione è ottimistico, soprattutto perché è altamente improbabile che la sola dieta possa essere la causa del problema. Sicuramente una corretta alimentazione, senza particolari restrizioni, associata ad uno stile di vita sano che comprende un'attività fisica sufficientemente intensa e frequente, può aiutare l'organismo a reagire nei confronti del fungo e quindi a risolvere il problema, ma dubitiamo del fatto che un'alimentazione specifica come quella proposta dalla dieta per la candida di Crook possa realmente rappresentare una soluzione ottimale.
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