La dieta ipoallergenica per le intolleranze

La dieta ipoallergenica è un'alimentazione finalizzata all'individuazione delle intolleranze alimentari.

Come abbiamo visto nell'articolo sulle intolleranze alimentari, non eistono test affidabili se non per un ristretto numero di cibi (alcuni zuccheri e il glutine). Per gli altri cibi, l'unica strategia possibile, che sia affidabile e non dia falsi positivi o falsi negativi, è l'eliminazione dei cibi potenzialmente coinvolti in una intolleranza. Questo tipo di alimentazione è chiamata ipoallergenica.

 

 

Come funziona la dieta ipoallergenica

Gli alimenti più frequentemente coinvolti nelle reazioni avverse al cibo di tipo non allergico sono:

  • latte (soprattutto quello vaccino) e derivati, conviene eliminare il latte di qualunque specie, eventualmente si procederà in seguito alla introduzioni di latte di capra o pecora per valutare se l'intolleranza è al solo latte vaccino;
  • tutti i cibi contenenti lievito: vino, birra, aceto, pane e prodotti derivati;
  • alcune verdure: pomodoro, melanzane, peperoni, patate;
  • crostacei in genere;
  • frumento e tutti i cereali contenenti glutine;
  • legumi;
  • uova;
  • agrumi;
  • cacao;
  • carne (soprattutto bovina);
  • cibi contenenti conservanti.
Dieta ipoallergenica

In generale bisogna considerare che se i disturbi sono continui, cioè sono presenti tutto l'anno, anche il cibo al quale si è intolleranti deve essere presente nella propria alimentazione tutto l'anno: difficile dunque essere intollerante ad asparagi, caki, anguria, castagne, ciliegie o fragole, tutti cibi molto stagionali... A meno di non avere problemi solo in quel periodo dell'anno!

Si può dunque impostare una dieta contenente degli alimenti di base:

  • riso (grezzo o sottoforma di gallette come sostituto del pane);
  • carne (esclusa quella bovina);
  • pesce (esclusi i crostacei);
  • olio extravergine di oliva;
  • frutta e verdura (tranne quelle presenti nell'elenco).

 

 

Se dopo 10-15 giorni al massimo non c'è un netto miglioramento, non si è intolleranti ai cibi eliminati. Si possono anche eliminare anche altri cibi, come il pesce e la carne: la dieta diventa un po' difficile, ma per 10 giorni si può tollerare. Se invece c'è un miglioramento netto, si reintroducono le diverse categorie di cibi, una a settimana, fino al nuovo peggioramento netto con la ricomparsa dei sintomi. Una volta individuato l'alimento incriminato, non è detto che non si debba eliminarlo per sempre: spesso le intolleranze sono dose dipendente, dunque dopo qualche settimana di eliminazione, si può tentare una graduale reintroduzione dell'alimento verificando sempre che non ricompaiano i sintomi dell'intolleranza.

 

 

 

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