Obesità negli USA: quali le cause e quali le soluzioni?

Obesità negli USA: distribuzione percentuale 

L'obesità negli Stati Uniti d'America è un problema in aumento che interessa più di 1 persona su 3, arrivando al 39,8% degli adulti americani. Dati in aumento se si pensa che nel 2016 si parlava del 36,5% per la stessa categoria di persone, ma era ancora inferiore anni addietro. Nel 2000 la stessa percentuale si aggirava intorno ai 31%. 

 

 

L'obesità è una vera e propria patologia cronica che porta all'insorgenza di altre patologie come diabete di tipo II, aterosclerosi e patologie cardiovascolari in generale. Inoltre, l'obesità ha anche un costo economico abbastanza rilevante. Il CDC americano ("Centers for Disease Control and Prevention") ha stimato che siano pari a 147 milioni di dollari all'anno le spese sanitarie totali negli USA come conseguenza dell'obesità: per individuo parliamo di circa 1400 dollari all'anno. 

Così come l'obesità in Italia, anche quella negli USA ha una distribuzione diversa a seconda dell'etnia, del sesso e dell'età degli individui colpiti. L'obesità sembra essere maggiormente presente nelle classi meno istruite della popolazione americana ed in particolare i cittadini che sono arrivati fino alla laurea nella loro istruzione sembrano anche quelli meno inclini allo sviluppo dell'obesità. Anche la situazione economica sembra incidere nei livelli di obesità della popolazione, in quanto gli americani che guadagnano di più sono anche quelli con percentuale di obesità inferiori. 

 

 

Per le persone al di sopra dei 60 anni non si hanno grosse differenze tra maschi e femmine, che si vedono sopratutto in persone adulte dai 40 ai 59 anni dii età. In quest'ultimo caso, infatti, le donne hanno una percentuale di obesità pari al 44,7%, mentre negli uomini della stessa categoria è inferiore, 40,8%. La stessa tendenza si ha nei giovani adulti tra i 20 e i 39 anni, in cui si vede una leggera maggioranza di obesità tra le donne piuttosto che tra gli uomini. 

Una diversa distribuzione sembra esserci anche in dipendenza dell'etnia di provenienza. In particolare, gli afroamericani e i latino-americani adulti sono quelli con la più alta percentuale di obesità, circa il 47%. Anche fra i bambini e adolescenti quelli maggiormente obesi sono gli appartenenti alla stessa etnia. La spiegazione di questa disparità ha cercato di fornirla uno studio in merito, che ha evidenziato come i latino-americani hanno in linea generale un reddito inferiore rispetto alle altre etnie. Si stima, infatti, che i bianchi americani guadagnino il doppio rispetto ai latino-americani. Circa il 38% dei bambini afroamericani vivono, infatti, al di sotto della soglia di povertà. Questo ha come conseguenza la scelta di alimenti poveri a livello di qualità nutrizionale, ma dal minor costo. Secondo questo studio, il problema del costo è uno dei principali motivi di questo fenomeno. 

Inoltre, tra gli afroamericani vi è anche la concezione che sia meglio avere una corporatura robusta e questo porta quindi a tradizioni culinarie e ad un comportamento nei confronti dell'alimentazione che conduce verso l'obesità di queste etnie americane. Proprio le tradizioni culinarie portate avanti anche per unire le comunità e le famiglie, predispongono all'obesità perchè prevedono cibi calorici, così come analizzato nello studio citato sopra. Inoltre, secondo altri studi sembra che i bambini afroamericani guardino la televisione per tempi più lunghi rispetto alle altre etnie. 

Per quanto riguarda la distribuzione dell'obesità in dipendenza dell'età, possiamo evidenziare che la popolazione maggiormente affetta da obesità è quella tra i 40 e i 59 anni, con il 42,8%. L'età in cui si hanno meno americani obesi è invece quella tra i 20 e i 39 anni, con il 35,7%. 

Anche nei bambini americani l'obesità ha dati importanti, con il 17% di bambini che ne sono affetti secondo i dati di uno studio del 2016. Fra i più piccoli, quelli di età compresa tra i 12 e i 19 anni hanno i livelli di obesità maggiore, con il 20,6 % del totale. Quelli più magri sono invece i bambini tra 2 e 5 anni, con il 9,4% di obesi totali. 

I dati dell'obesità in America nel 2019 indicano anche una differenza tra i vari stati americani nella prevalenza dell'obesità. Il primato va al Mississippi e al West Virginia, con il 39,5% di obesi. Il Colorado è lo stato americano con la percentuale di obesi inferiore, 23%, insieme al Distretto della Columbia, 24,7%. 

Obesità americana: quali sono le cause?

 

 

L'obesità, non solo negli USA ma in tutto il mondo, è certamente correlata alla malnutrizione. In America sembra essere maggiormente concentrata, però, in quelle zone in cui non si ha una grande disponibilità di cibo fresco e una grande scelta. Un esempio è il Mississippi, lo stato americano con la più alta percentuale di obesità, in cui molte cittadine hanno supermercati privi di alimenti freschi. Questo conduce inevitabilmente a scelte alimentari errate, che privilegiano cibi preconfezionati e meno salutari. Parliamo ovviamente di cittadine lontane dalle grandi metropoli, molto isolate e con pochi servizi, in cui la popolazione è più obesa che in altre porzioni d'America. Negli USA sono molte le zone cosiddette "food deserts", di solito ricche di fast food e povere di mercati di cibo fresco e di qualità. 

Spesso, oltre alla difficoltà nel rintracciare i cibi freschi nelle cittadine, si affianca il problema del costo e della povertà in cui molti americani vivono. La sana alimentazione viene lasciata da parte da molte famiglie che devono ripiegare nel meno costoso junk food. Come sottolinea uno studio del 2020, chi vive in povertà scegli alimenti più ricchi di zucchero, che permettono di avere un potere saziante ad un costo più basso. 

Sicuramente nello sviluppo dell'obesità gioca un ruolo fondamentale l'eccessiva quantità di zuccheri di cui molti americani fanno larga introduzione, attraverso sopratutto il consumo di bevande zuccherate e alimenti processati, che spesso hanno un più alto contenuto zuccherino rispetto agli alimenti freschi. 

Nonostante, però, negli ultimi decenni il consumo di queste bevande si sia ridotto negli USA, continuano ad aumentare le persone affette da obesità. A questo apparentemente strano andamento alcuni studi antropologici hanno cercato di dare una spiegazione. La maggior distribuzione dell'obesità nelle fasce più adulte della popolazione, ed in particolare l'aumento di questo fenomeno negli ultimi 30 anni, vengono definiti come conseguenza dell'enorme consumo di zucchero che si faceva negli anni '70 e '80. In questi anni le industrie iniziarono ad addizionare fruttosio e dolcificanti di vario tipo agli alimenti pronti. La fascia più anziana della popolazione, quella quindi che ha vissuto la sua infanzia prima degli anni '70, non è abituata allo zucchero quando quelli più giovani e di conseguenza lo ricerca meno anche nei cibi pronti. 

Una review del 2017, ha rilevato l'associazione, più volte dimostrata, tra consumo di bevande zuccherine e sviluppo di obesità tra adulti e adolescenti. In molti casi, campagne di educazione alla sostituzione di queste bevande con acqua non hanno portato a miglioramenti soddisfacenti. 

Un altro fattore che sembra essere causa dell'obesità sono i ritmi frenetici che la necessità di guadagno impone, ma che portano all'uso sempre più diffuso di cibi pronti e di veloce preparazione. 

Tra i bambini, inoltre, spesso quelli che abitano in società molto povere vivono in quartieri dove lo spazio per i giochi all'aria aperta, e quindi per il movimento, è molto limitato. Spesso la casa è l'unico luogo sicuro per loro in cui poter giocare. 

Ci sono soluzioni al problema: eccone alcune

Alcune soluzioni sono già state messe in atto per ridurre il problema dell'obesità in America. Fra queste vi sono le iniziative benefiche a favore della distribuzione di alimenti freschi, come frutta e verdura, alle famiglie che non potrebbero mangiarne altrimenti. 

Altri progetti riguardano la creazioni di coltivazioni cittadine di verdura e frutta in metropoli come New York. Grazie alle nuove tecnologie è ora possibile creare un orto anche sui tetti dei palazzi andando a soddisfare i fabbisogni alimentari di quella parte di popolazione che, vivendo in centri altamente urbani, ha una crescente domanda di cibo fresco. Coltivazioni cittadine sono state realizzati anche in innovativi progetti all'interno delle scuole, ed ecco che è nato "Green bronx machine", un progetto, realizzato dall'educatore Stephen Ritz, che ha coinvolto moltissimi studenti che possono coltivare, mangiare ed imparare dalla verdura che loro stessi coltivano, coinvongendo anche le loro famiglie in una zona di New York in cui è necessario combattere la delinquenza oltre che l'obesità. 

Molto altro, però, deve essere fatto sopratutto dai governi, che devono mirare ad esempio a creare maggiori spazi aperti in cui le persone, ed in particolare i bambini, possano fare attività fisica all'aria aperte e a basso costo. 

Vi sono poi diverse proposte come quella di tassare il cibo spazzatura, mettendo la cosiddetta "fat tax"; oppure le campagne di informazione messe in atto da diverse aziende con obbiettivo quello di sensibilizzare i dipendenti al consumo di alimenti più sani. Negli USA diverse associazioni di consumatori combattono da anni perchè alcuni cibi vengano considerati come creatori di vere e proprie dipendenze o come cause scatenanti gravi patologie.

Sicuramente vi deve essere la collaborazione anche dell'industria alimentare, che dovrebbe promuovere un'alimentazione corretta e un consumo di alimenti sani, a discapito di quelli ricchi di zucchero che in genere essi pubblicizzano. 

Obesi negli USA e sussidio

Già negli anni '40 iniziarono a nascere i primi sussidi alimentari, che venivano chiamati "Food Stamp" e che oggi prendono invece il nome di SNAP, acronimo di "Supplemental Nutrition Assistance Program". Il programma nasceva all'inizio come aiuto economico all'acquisto dei generi alimentari di prima necessità e si è ampliato negli ultimi anni come promotore della sicurezza alimentare e come prima azione contro la malnutrizione. 

Il programma prevede una serie di aiuti economici tramite carte elettroniche prepagate, che aiutano oggi quasi 42 milioni di americani in difficoltà economiche. Gli aiuti mirano al solo acquisto del cibo, escludendo farmaci, bevande alcoliche e generi non alimentari. 

Lo SNAP ha però dei limiti, fra cui la cifra in realtà irrisoria fornita: si parla di 1,40 dollari a pasto per persona. Certamente però, è un aiuto sopratutto per quelle famiglie che altrimenti non potrebbero permettersi cibo per i propri figli. 

Nonostante questo, uno studio sottolinea come negli ultimi anni vi sia stato un aumento dell'obesità e del sovrappeso nonostante il sussidio SNAP, attribuendo a quest'ultimo una probabile causa di questo andamento. Vi sono studi, infatti, che dimostrano come le persone che percepiscono lo SNAP mangiano peggio a livello qualitativo rispetto alle persone che non lo percepiscono. Chi ha il sussidio è anche maggiormente predisposto, quindi, a sviluppare obesità, perchè i soldi che gli vengono forniti non sono comunque sufficienti a garantirgli un'alimentazione salutare oppure loro stessi non hanno le sufficienti conoscenze per una scelta più corretta. 

Nell'utilizzo del sussidio, infatti, non vi sono differenze tra il tipo di cibo che è possibile acquistare, quindi i beneficiari tendono a consumare maggiormente il junk food, per loro anche più semplice da preparare. 

Per ovviare a questo problema è stato proposto di impedire l'acquisto di alcuni cibi con le carte del sussidio, intervento questo che secondo alcuni sarebbe illegittimo perchè limiterebbe la libertà di scelta. Altri propongono invece dei programmi di educazione alimentare che insegnino la corretta scelta dei cibi. Nasce così lo SNAP-Ed, un programma di educazione nutrizionale che insegna ai beneficiari del sussidio come usarlo al meglio. Nel programma vengono fornite ricette ed informazioni di semplice realizzo e comprensione, con consigli per gli acquisti. 

 

 

 

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