Il sesamum indicum, in italiano conosciuto come sesamo, è una pianta erbacea della famiglia delle Pedialacee, originaria dell'India, dell'Asia subtropicale (soprattutto Cina e Birmania) e dell'Africa, ma è coltivata anche in alcune zone della Sicilia e della Grecia. Il sesamo raggiunge circa il metro d'altezza, ha foglie molto lunghe e lanceolate e fiori di colore violaceo.
Dalla pianta del sesamo si ricavano i semi che sono piccoli e bianchi e vengono utilizzati per scopi alimentari in vari modi: da soli essiccati o tostati, spremuti per ottenere l'olio di sesamo, ridotti a crema per realizzare il tahin (un condimento mediorientale) o la halva (condimento dolce mediorientale, consumato anche in Russia), oppure mescolati al sale marino per produrre il gomasio, sostituto del sale tipico dell'India e molto utilizzato da chi ama un approccio "naturale" alla cucina.
Il sesamo è ricco di vitamine e sali minerali (calcio, zinco, selenio, rame, magnesio) oltre che di omega 3, per questo è molto usato anche dall'industria farmaceutica ed erboristica per produrre creme o farmaci, utili nel rafforzamento delle difese immunitarie, nella prevenzione dell'osteoporosi e nella cura del sistema cardio-circolatorio. Il sesamo è anche molto ricco di grassi e calorie, va quindi assunto sempre con moderazione.
Le cucine orientali, mediorientali e africane vantano innumerevoli ricette che vedono protagonista il sesamo. In Giappone viene usato come crosta del sushi, in Cina per produrre la zuppa dolce di sesamo. In India lo si impasta con la farina per produrre il pane, o lo si usa per comporre salse di accompagnamento alla carne, in special modo al pollo.
In Italia, ormai da un paio di decenni, il sesamo è entrato a far parte degli ingredienti usati un po' in tutte le cucine, anche se non compone nessun piatto tradizionale. Aromatizza e rende croccanti le insalate, il pane, alcune salse, le polpette, le fritture di pesce. Non contenendo glutine, inoltre, è indicato anche nelle diete per celiachi.
Il sesamo nero si ricava da una pianta erbacea chiamata nigella sativa. Spesso si crede erroneamente che la pianta sia la stessa dalla quale si ricava il sesamo bianco, con la quale ha in comune le zone di diffusione: Asia subtropicale (in special modo la Thainlandia) e Nord Africa. La nigella sativa è una pianta più bassa, circa 30 cm di altezza, ha foglie filiformi e fiori bianchi o celesti
I semi di sesamo nero sono più tondeggianti di quelli bianchi, e hanno un sapore più intenso, amaro ed oleoso. Sono meno conosciuti in Europa di quelli del sesamo bianco, anche se negli ultimi anni non sono difficili da recuperare nei negozi asiatici e vengono usati più o meno per gli stessi scopi di quelli di sesamo bianco: aromatizzare il pane, il sushi, le zuppe, le fritture di pesce, le insalate.
Dal sesamo nero si ricava un olio utile a curare dermatiti ed eczemi e i suoi semi ridotti a crema sono usati per le loro proprietà antistaminiche, vasoregolatrici e antiasmatiche. Nell'antico Egitto e in India i morti erano sepolti insieme a vasi di sesamo nero, perchè, secondo la tradizione, avrebbe aiutato il passaggio del defunto nell'aldilà.
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