Il vino rosato è un vino che negli ultimi anni in Italia sta conquistando una sua fetta di estimatori e consumatori, anche se spesso viene ancora denigrato e poco valorizzato perché visto come una via di mezzo tra il vino bianco e il vino rosso, insomma come un qualcosa che non è né carne né pesce, che non ha una sua identità e di conseguenza come un prodotto che ha meno valore.
Mi capita spesso ancora di vedere reazioni sconcertate e di sentire pregiudizi infondati quando si parla di vino rosato, come se fosse un vino minore.
Anche nel caso del vino rosato dobbiamo essere grati alla Francia, il Paese che più di tutti ama l'enologia e che ha da sempre prodotto vini rosé di qualità molto apprezzati, soprattutto gli champagne rosé e i vini fermi rosati della zona di Bandol in Provenza (vini che arrivano a costare anche 30€!).
Sulla scia dell'esempio francese anche in Italia sempre più produttori stanno commercializzando vini rosati (senza nulla togliere a quelli che già li producevano da decenni...), anche se, come spesso capita nella nostra penisola, attualmente il fenomeno Rosé è più una questione di moda che una vera passione, si legga per esempio l'articolo che ho scritto sul Prosecco Rosé, un prodotto totalmente inventato!
Esistono principalmente 2 modi di produrre vino rosato.
Oltre a questi due metodi possiamo annoverare altri due tipi di vinificazione che danno origine a dei vini dal colore tendente al rosato, anche se non sono esattamente dei rosé.
Ovviamente il vino rosato non si ottiene MAI mescolando vini bianchi con vini rossi... Almeno non in Italia, dove è vietato per legge. In Francia invece si può fare, e viene effettivamente fatto soprattutto negli Champagne rosé, che sono all'80% "rosé d'assemblage", cioè miscele di vini bianchi e rossi, e solo per il restante 20% da "rosé de saignèe". Le caratteristiche dei due prodotti, quelli prodotti tramite assemblaggio e quelli prodotti con macerazione breve, sono piuttosto diverse: i vini rosati da macerazione breve sono più strutturati e con profumi più complessi rispetto ai vini rosé assemblati.
I possibili colori codificati dall'AIS (Associazione Italiana Sommelier) per un vino rosato sono:
Tendenzialmente il rosato ha caratteristiche più simili ad un bianco: va servito fresco (ad una temperatura di 10-12°), ha una spiccata acidità, va bevuto giovane, ha un grado alcolico compreso tra i 12,5% e i 13,5% (esclusion fatta per certi rosati del Sud a base di Negroamaro, Primitivo o Aglianico che raggiungono tranquillamente anche i 14,5%!).
Dal momento che la macerazione sulle bucce è molto breve, inoltre, il vino rosato non presenta quasi tannicità, ma anzi ha un gusto morbido e vellutato.
Il suo profumo è delicato e ricorda molto la frutta fresca, come le ciliegie, le fragole o i frutti di bosco.
Tutte queste qualità lo rendono un vino adatto da bere in aperitivo o con antipasti di pesce, pasta e risotti delicati, anche carni bianchi o alcuni salumi delicati, come la mortadella o il salame rosa.
Il vino rosato è molto interessante da un punto di vista organolettico soprattutto perché ci permette di fare abbinamenti con piatti e cibi con i quali si fa fatica ad abbinare un vino rosso o un vino bianco, per esempio un classico abbinamento è con la paella valenciana, la cui ricetta prevede una commistione di ingredienti (riso, verdure, legumi, carne e/o pesce) che si sposa egregiamente con un rosato.
Un altro ottimo abbinamento che ho testato è quello con la frittura di paranza, ma si sposa bene anche al sushi e a crudité di pesce.
Per riconoscere gli ingredienti più autentici della nostra cucina sono stati messi a punto dei marchi: DOC, IGT, IGP e STG.
Dolcissima, croccante e rossa, sono queste le caratteristiche che rendono tanto desiderata e appetibile la "Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP".
Con il termine branding si fa riferimento adattività che permettono di definire un marchio, rendendo il prodotto differente da quello dei competitor.
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Il latte (intero, parzialmente scremato o a lunga conservazione): guida ad una scelta di qualità.
La normativa sull’etichettatura dei salumi ha subito una modifica temporanea, prevista dalla normativa italiana fino al 31 dicembre 2021 come periodo di prova.
L’etichetta dei surgelati deve avere le stesse indicazioni valide per gli altri alimenti, con alcune informazioni specifiche valide per il pesce surgelato.
L’etichetta per gli alimenti destinati all’infanzia è diversa a seconda che si tratti di prodotti per lattanti o per la prima infanzia.
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