Sono tanti i nomi volgari per indicare il Chelidonichthys lucernus: gallinella di mare, coccio, gavotta, lucerna, mazzola ed anche "cappone di mare", nome che gli deriva dal verso simile ad un grugnito che emette quando viene catturato.
In questa sede ci limiteremo a chiamarlo gallinella, riferendoci a quel pesce teleosteo della famiglia delle Triglidae, che presenta una testa massiccia, corazzata da piastre ossee e un corpo piccolo di colore rosso-bruno.
La particolarità della gallinella sono le sue pinne pettorali, molto ampie, simili a due ventagli, di un colore che varia dal blu elettrico al viola, e dotate di papille gustative. In genere i triglidi, come la gallinella o la triglia, usano queste grandi pinne come arti per muoversi nei fondali e per riconoscere le prede. La gallinella è un pesce vorace che si nutre, soprattutto nelle ore notturne, di crostacei, molluschi e di piccoli pesci.
La gallinella può raggiungere i 6 Kg di peso e i 70 cm di lunghezza, ma è più comune incontrarne esemplari di 20-30 cm e di pochi etti di peso.
La gallinella è presente nei fondali sabbiosi e fangosi del mar Mediterraneo, del mar del Nord e dell'Oceano Atlantico orientale, dall'Irlanda al Marocco.
Vive a 20 metri di profondità, soprattutto in giovane età, spostandosi fino ai 200 metri in età adulta. Predilige vivere vicino alle coste e non di rado capita che penetri nelle lagune salmastre.
La gallinella viene pescata con reti a strascico e reti da posta, in estate e in autunno. Tra le varie specie di triglidae è la più importante per la pesca italiana, dove la sua cattura si concentra soprattutto nel mar Adriatico.
Le gallinelle vengono pescate giovani, quando hanno un peso di circa 200-400 grammi ed un sapore più gustoso e delicato.
La gallinella pescata nell'Adriatico è quella che più facilmente troveremo dal nostro pescivendolo. Ha carni molto morbide e dal sapore delicato, ma è molto spinosa e per questo appartiene a quelli che vengono definiti i "pesci da zuppa", il modo migliore per gustarla, infatti, è bollita, nella zuppa di pesce o nel caciucco. Può essere sfilettata, operazione che possiamo delegare al pescivendolo, così da poterne gustare i filetti da soli e da utilizzarne la carcassa e la testa per un brodo di pesce o per una zuppa che potremo cucinare successivamente.
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