Ormai è evidente la correlazione tra l'alimentazione e il tumore al seno. Ma esiste veramente una dieta che possa ridurre la probabilità di contrarre il cancro al seno, una delle cause di morte più frequente per le donne? Negli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni studi interessanti che dimostrano come alcuni fattori legati all'alimentazione abbiano una influenza non trascurabile sull'insorgenza e soprattuto sullo sviluppo del cancro al seno.
Tuttavia, non bisogna mai dimenticare che la genetica è il fattore più importante, soprattutto sotto i 50 anni. Dunque, la diagnosi precoce deve rimanere la prima arma contro il tumore al seno, e non può essere sostituita da un buon stile di vita, che diventa importante solo nei casi non precoci di cancro al seno. Infatti, si è dimostrato che dopo i 50 anni, la genetica diventa progressivamente meno fondamentale, mentre assumono sempre più importanza altri fattori legati allo stile di vita, primo fra tutti la dieta.
È senza dubbio il fattore più importante. Una dieta ipocalorica, necessaria per mantenere il peso forma (possibilmente il vero peso forma), inibisce la crescita di tutti i tumori, compreso il cancro al seno. Non stiamo parlando di restrizioni caloriche impossibili o di stare a dieta tutta la vita, ma di una normale dieta per mantenere un peso ideale. L'attività fisica in questo gioca un ruolo fondamentale ed è essa stessa un'arma formidabile per ridurre il rischio.
Bisogna mettersi in testa che non ha molto senso seguire le altre indicazioni, tralasciando questa: certo, piuttosto che niente è meglio piuttosto ma se uno deve impegnare risorse per modificare il proprio stile di vita, è meglio iniziare perdendo peso e iniziando a fare sport seriamente.
L'eccesso di alcol e la carenza di vitamina D sono fattori di rischio noti da molto tempo. Le donne dovrebbero limitare il consumo di alcol a 200 ml di vino al giorno o poco più, in funzione dell'altezza e del peso, mediamente inferiore a quella dei maschi. Per la vitamina D, rimandiamo all'articolo specifico.
Anche l'indice glicemico è stato messo in relazione ad un aumentato rischio di contrarre il cancro al seno. Tuttavia, in una dieta ipocalorica, ove il peso forma sia davvero ottimale (IMC uguale a 20 e non a 25!), è improbabile che si possa eccedere in zuccheri semplici e in alimenti ad alto indice glicemico. È sufficiente un'alimentazione equilibrata, non sbilanciata a favore dei carboidrati.
Diverso è il caso dei grassi omega 3. Nelle donne affette da cancro al seno è stato riscontrato un rapporto tra i grassi omega 3 e omega 6 sbilanciato a favore di questi ultimi. Dunque, è importante assumere pesce grasso almeno 3 volte a settimana, ma anche in questo caso tale indicazione è valida per la dieta di chiunque, anche per gli uomini e anche per le donne non a rischio, perché tutti dovrebbero aumentare l'assunzione di grassi omega 3 con il pesce o, alla peggio, con gli integratori.
E lo stesso vale per gli acidi grassi trans, anch'essi messi in relazione ad un aumento dell'incidenza del cancro al seno, ma anch'essi da evitare nel modo più assoluto nella dieta di chiunque, perché dannosi per chiunque e non solo in funzione del tumore al seno.
Conclusioni sulla dieta contro il cancro al seno
Come abbiamo visto, una normale alimentazione corretta ed equilibrata contiene già tutti gli elementi per ritardare quanto possibile l'insorgenza del cancro al seno. Si parla di una riduzione della probabilità di insorgenza del 25-30%, grazie ad una dieta corretta e all'attività fisica.
Attualmente si stanno facendo studi approfonditi (come il Diana 5 del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell'Istituto Nazionale Tumori) atti a scoprire se l'alimentazione e l'attività fisica possono anche favorire il recupero dopo l'operazione di asportazione del cancro al seno.
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