La dieta è, nella stragrande maggioranza dei casi, uno dei fattori da modificare dopo un evento cardiovascolare. E questo semplicemente perché l'infarto è causato, nella maggioranza dei casi, da uno stile di vita scorretto, soprattutto dal punto di vista alimentare. Dunque, correggere la propria dieta dopo un infarto riduce la probabilità di recidiva: l'infarto può così diventare l'occasione per dire basta con il sovrappeso o l'obesità e cambiare finalmente vita. Purtroppo capita troppo spesso, ancora oggi, che i medici di base o i cardiologi che curano l'infarto, operando con le varie tecniche chirurgiche moderne, non comunichino al paziente in sovrappeso in modo chiaro che se vuole evitare recidive deve perdere peso, tornando al peso forma o quantomeno riducendo in modo significativo i kg di troppo.
In sostanza, quindi, la dieta dopo l'infarto non dovrebbe essere diversa da quella di una persona sana, ma molto probabilmente (salvo i rari casi di infarto dovuto a causa genetiche, come ipercolesterolemia famigliare grave) deve essere diversa da quella seguita dal soggetto colpito prima dell'infarto!
La cosa più importante, dopo l'infarto, è sfruttare il periodo in cui si è più motivati a cambiare vita, per indirizzarsi sulla strada giusta. Molti studi hanno verificato che, dopo l'infarto, il soggetto teme di non poter far più le cose che faceva prima, di essere in qualche modo menomato e questo può portare alcuni addirittura alla depressione. Bisogna assolutamente evitare di pensare che la vita ha subito uno stop definitivo, ma coscienti del fatto che si può tornare in piena salute e in molti casi anche più in forma di prima, bisogna cogliere l'occasione per cambiare stile di vita alimentare e sportivo e iniziare una vera e propria rinascita.
Come abbiamo visto, non esiste una dieta particolare dopo l'infarto ma è importante costruirsi una coscienza alimentare e seguire una dieta non imposta da qualcuno, ma che nasce dalla consapevolezza di cosa e quanto bisogna mangiare per dimagrire e rimanere in forma. Si scoprirà che non è necessario eliminare nessun cibo, ma è sufficiente limitare quelli ipercalorici a favore dei cibi ipocalorici. Questo approccio è molto più efficace di quello genericamente proposto dai medici che, non avendo tempo per acculturare il paziente, consigliano di eliminare i salumi e i formaggi grassi, le carni grasse, i dolci. Ovviamente questi cibi andranno drasticamente limitati (non è necessario eliminarli del tutto), ma senza una precisa strategia per dimagrie (vedi anche la dieta ideale) spesso questi consigli sono inutili perché il soggetto compensa con altri cibi e non perde che pochi kg che poi riprende una volta passato lo spavento dell'infarto!
Da subito, si può iniziare eliminando i grassi trans (la margarina e in grassi idrogenati) e mangiare pesce grasso almeno 3 volte a settimana, ma ripeto, la cosa più importante è eliminare i kg di troppo.
Contestualmente, bisognerà intraprendere un percorso di allenamento, seguiti inizialmente da un medico che ci dica quanto possiamo spingere sull'acceleratore, per ripristinare le prestazioni del cuore e consumare calorie per incentivare il dimagrimento. Attività come la camminata e il Nordic Walking sono ideali, soprattutto per chi è sempre stato tendenzialmente sedentario.
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