Luigi Veronelli è stato un gastronomo e un critico enologico italiano di grande spessore, considerato all'unanimità il padre della critica enologica in Italia: difatti la guida "I vini di Veronelli", da lui inventata, è stata pubblicata per la prima volta nel 1961 e fu la prima guida di vini italiana. Inoltre, Veronelli viene ricordato come un grande diffusore e valorizzatore del patrimonio enogastronomico italiano.
In onore di Veronelli e come sua eredità, online si può trovare e consultare il blog "Casa Veronelli" che contiene notizie e aggiornamenti sul mondo del vino e del cibo (ristoranti, premi, recensioni, eventi...), curato da Gian Arturo Rota, in passato collaboratore di Veronelli.
Luigi Veronelli nasce nel 1926 a Milano, dopo la laurea in filosofia si dedica all'insegnamento e nel 1956 decide di creare una propria casa editrice nella quale curerà personalmente la rivista "Il Gastronomo", dato che l'enogastronomia è la sua passione.
Nel 1961, per la prima volta in Italia, decide di pubblicare una guida di vini recensendoli ad uno ad uno, I vini di Veronelli, sulla scia degli esempi esteri, questa guida, tutt'oggi esistente, viene pubblicata ogni anno e descrive circa 15 mila vini.
Dal 1962 fino a tutta la vita collabora con varie testate giornalistiche sia nazionali che internazionali, quali Il Giorno, il Corriere della Sera, il Sommelier, Panorama, L'Espresso, Wine Spectator, Decanter. Partecipa anche a programmi televisi durante gli anni 70 e 80 (Il bel mangiare, A tavola alle 7 etc...).
Come scrittore pubblica numerosi libri sulle tematiche dell'enogastronomia: Il Veronelli (la prima enciclopedia del vino italiana), I vini d'Italia, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, I cento menù, Camminare la terra, Le parole della terra e tanti altri.
Si è spento nel novembre del 2004.
Veronelli è stato ispirato fin da giovane da idee anarchiche, ispirate dai discorsi e dagli scritti di Benedetto Croce. Oltre ad essere molto attivo sul piano enogastronomico, è infatti molto attivo anche sul piano politico e riesce a fondere questi due mondi schierandosi sempre dalla parte dei contadini e dei più poveri e contro le multinazionali, definendosi egli stesso un "archenologo".
Famoso il suo pensiero intitolato "No all'abbandono dell'agricoltura" in cui afferma che il disinteresse per l'agricoltura, così come per il Sud e per le classi sociali più povere è uno dei fatti di maggior gravità dell'Italia.
Per tutta la vita, Veronelli si è intensamente impegnato con l'obiettivo di approfondire la conoscenza dell'immenso patrimonio gastronomico nazionale e delle attrattive turistiche del nostro Paese.
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