Il Mojito appartiene alla categoria dei "Julep", cioè a quei cocktail che hanno come ingrediente essenziale le foglie di menta fresca. L'origine del Mojito è cubana ed il primo ad eseguirlo fu Attilio De La Fuente, un famoso barman che gestiva il bar "Bodeguita del medio" a L'Avana, bar frequentato spesso da Hemingway.
Quanto al nome esistono diverse teorie riguardo l'origine del termine "Mojito": secondo alcuni esso sarebbe legato al "mojo", un condimento tipico della cucina cubana a base di aglio e agrumi, usato per marinare, un'altra teoria lo lega alla traduzione della parola spagnola "mojadito", che significa "umido".
Un'ultima ipotesi, invece, fa risalire l'etimologia della parola al termine "vudù mojo", che significa "incantesimo".
E' una bevanda tipicamente estiva, legata alla stagione della menta, che in inverno risulta molto più amara ed aspra, ed è molto rinfrescante e digestiva. A Cuba si usa solitamente la hierba buena, una varietà di menta più delicata della menta nostrana, che però in Italia è difficile da reperire.
Alcune varianti del Mojito sono:
Tipo di cocktail: after dinner, medium drink.
Grado alcolico: 16° alcolici.
Categoria alcolica: mediamente alcolico (cosa significa?)
Secondo la tradizionale ricetta cubana, il Mojito si prepara ponendo sul fondo del bicchiere tipo tumbler basso la menta, due cucchiaini di zucchero di canna e il succo di mezzo lime. Gli ingredienti devono essere mescolati insieme in modo da liberare l'aroma dalle foglie di menta. A questo punto si aggiunge il ghiaccio, il rum bianco o ambrato e la soda water fino a colmare. Si serve con una cannuccia e un rametto di menta decorativo. È importante ricordare che la menta non deve essere pestata ma solo leggermente premuta, per fare in modo che non si sprigionino le note amare dalle foglie e che il drink si mantenga limpido.
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