La vitamina D è una vitamina liposolubile (solubile nei grassi). La principale fonte di vitamina D è il sole, che stimola la produzione endogena, effettuata a partire dal colesterolo. Negli alimenti, la vitamina D è presente soprattutto nel pesce e nelle uova.
L'integrazione di vitamina D può essere molto importante, ma solo per chi presenta una carenza, peraltro facilmente misurabile con un semplice esame del sangue.
La quantità giornaliera raccomandata per la vitamina D dipende dall'età (aumenta con l'età), e varia da 200 a 600 UI.
Gli integratori di vitamina D sono tra i più venduti negli USA, con un giro d'affari di ben 28 miliardi di dollari. Tuttavia, la ricerca scientifica non sembra dare ragione ai tanti americani che assumono vitamina D (soprattutto anziani, per prevenire l'osteoporosi): a quanto pare, infatti, i soggetti che non presentano carenze accertate la vitamina D non beneficerebbero di alcun impatto positivo sulla salute delle ossa. Queste sono le ultime conclusioni di una review pubblicata nel Gennaio del 2014.
Dosi molto elevate di vitamina D possono essere potenzialmente letali a causa dell'ipercalcemia, in genere dosi superiori a 10000 UI sono da evitare se non sotto stretto controllo medico, soprattutto se abbinate all'integrazione con il calcio.
Va evitata l'assuzione di vitamina D contemporaneamente ad antiacidi al magnesio: se si soffre di insufficienza renale, si rischia un eccesso di magnesio nel sangue.
Se si escludono il sovradosaggio e le interazioni con i farmaci, non sono stati riscontrati problemi riguardanti una corretta assunzione a lungo termine.
Rischio di fratture negli anziani: una integrazione di 700-1000 UI di vitamina D, abbinata alla integrazione di calcio, ha ridotto significativamente l'incidenza di frattura da cadute negli anziani. La vitamina D sembra sia anche coinvolta nel miglioramento della funzionalità di muscoli e articolazioni negli anziani e nei soggetti infortunati.
Regolazione dell'ormone paratiroide: la vitamina D è il farmaco di elezione nei soggetti che presentano una carenza nella regolazione di questo ormone.
Rischio di cancro al colon-retto: uno studio ha dimostrato che elevati livelli di vitamina D nel siero sono associati ad un dimezzamento dell'incidenza del tumore al colon-retto. Questo risultati sorprendente, tuttavia, va preso con le molle, perché è stato dimostrato da un solo studio.
Secrezione e sensibilità all'insulina: la vitamina D stimolerebbe la secrezione di insulina nei diabetici e migliorerebbe la sensibilità all'insulina in tutti i soggetti, anche in quelli sani.
In genere si consiglia una integrazione di 1000 UI di vitamina D3, che è utilizzata in modo più efficace dall'organismo. La vitamina D3 deve essere assunta ai pasti, meglio se insieme ad una fonte di grassi.
Come abbiamo visto, la vitamina D è generalmente indicata per i soggetti anziani, in abbinamento al calcio, per prevenire l'oseoporosi, le cadute e le fratture. Tuttavia, gli ultimi studi sembrano negare un effetto positivo riguardo la mineralizzazione delle ossa, nei soggetti che non presentano una carenza di vitamina D, facilmente rilevabile con un esame del sangue.
Effects of vitamin D supplements on bone mineral density: a systematic review and meta-analysis
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