SARS (Polmonite atipica)

La polmonite atipica o SARS (Sindrome respiratoria acuta grave, Severe Acute Respiratory Sindrome) è una malattia virale causata da un virus della famiglia Coronavirus, la stessa famiglia a cui appartiene anche il virus del comune raffreddore.

 

 

Il virus che sostiene questo tipo di infezione, osservato per la prima volta in Cina meridionale nel 2002, è presente in diversi animali selvatici del sud est Asiatico; questi animali vengono venduti soprattutto nella Cina meridionale nei mercati e proprio in questo modo, probabilmente, il virus è passato dagli animali agli uomini, adattandosi e provocando l’infezione. Una volta che il virus ha infettato gli uomini è divenuto capace di trasmettersi da uomo a uomo.

Questo virus fra il novembre del 2002 e maggio 2004 ha contagiato 8100 persone in 32 diversi paesi del mondo: in Cina e in particolare ad Hong Kong si sono verificati più dell’80% di tutti i casi. Dai dati statistici disponibili è stato possibile sapere che di tutti i casi di SARS accertati circa il 9% è risultato letale; più del 50% dei pazienti con più di 65 anni infettati dal virus sono deceduti, la malattia, infatti,  tende a presentarsi in forma più grave proprio negli ultrasessantacinquenni, gravati da altre patologie come il diabete o le patologie cardiovascolari.

Cause

Il virus responsabile della SARS, denominato SARS-CoV, è riscontrabile in diverse famiglie di animali che vivono allo stato selvatico nell’Asia sud orientale, come il cinghiale delle siepi e diversi tipi di pipistrelli, venduti come prelibatezze culinarie in diverse zone della Cina meridionale. I virus simili al SARS-CoV continuano probabilmente a proliferare e a circolare fra gli animali di quelle zone e in ogni momento potrebbero passare all’uomo, adattandosi all’uomo stesso e quindi infettandolo. Non è possibile sopprimere questi animali per scongiurare questa possibilità: la trasmissione dei virus dagli animali all’uomo è un’eventualità sempre possibile alla base dello sviluppo delle epidemie.

 

 

Sintomi

Il periodo di incubazione del virus SARS-CoV è di 2-7 giorni, anche se a volte si può arrivare anche a 10 giorni, dopodiché la malattia si manifesta con febbre superiore ai 38°C, tosse secca e difficoltà respiratorie, mal di testa, dolori muscolari, diarrea; il raffreddore di solito non è un sintomo della SARS, quello che si evidenzia, comunque, è il quadro di una polmonite. La SARS si definisce come polmonite atipica perché classicamente la polmonite è di origine batterica; quando non lo è, ma è sostenuta da virus o micoplasmi o clamidie si parla di polmonite atipica. La malattia inizia ad essere contagiosa dalla comparsa dei primi sintomi, sembra che non lo sia fintanto che non compare la febbre, mentre si è contagiosi fino a quando la febbre persiste e almeno per altri 3 giorni dalla scomparsa della febbre e dalla normalizzazione della radiografia e degli altri esami di laboratorio.

SARS (Polmonite atipica)

Modalità di contagio

La SARS si trasmette da uomo a uomo attraverso l’inalazione di goccioline infette (droplets) prodotte dai colpi di tosse o dagli starnuti; le particelle infette più piccole così eliminate restano in sospensione nell’aria e possono entrare anche in questo modo in contatto con le persone sane, ecco perchè i locali vanno sempre opportunamente areati.

Il virus si trasmette se le goccioline raggiungono direttamente le mucose di bocca, naso, occhi di persone situate a meno di un metro di distanza, oppure portando a contatto con la bocca, il naso o gli occhi le mani contaminate con le goccioline infette.

 

 

Il virus può diffondersi anche attraverso il contatto con sangue o escrezioni di persone infette (feci, urina, vomito, sudore, sperma) ossia la trasmissione può avvenire con il passaggio attraverso le mucose o ferite cutanee. È bene sottolineare che particelle infette potrebbero sollevarsi e depositarsi sulle superfici anche dopo aver scaricato il wc, per questo bisognerebbe sempre abbassare il coperchio del water prima di scaricare l’acqua. Le superfici del bagno andrebbero pulite con la candeggina e comunque bisognerebbe sempre lavare e non passare l’aspirapolvere. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha comunque precisato che al momento non esistono evidenze che facciano pensare che le merci, gli alimenti, i farmaci o altri oggetti provenienti dalle aree a rischio possano essere veicolo di infezione. Dalla metà del 2004 non sono stati riportati nuovi casi di SARS anche se alcuni segnali hanno di nuovo destato preoccupazione durante il 2008.

Diagnosi

Per fare diagnosi di SARS si va innanzitutto a verificare se il paziente ha soggiornato in un paese a rischio o se è stato a stretto contatto con persone infette, se presenta i sintomi caratteristici della malattia e poi è necessario un riscontro positivo degli esami di laboratorio. Per rilevare l’effettiva presenza del virus SARS- CoV  si possono eseguire il test RT-PCR per la ricerca del materiale genetico virale, il test sierologico per la ricerca degli anticorpi e la coltura virale per l’isolamento del virus.

Effettuando l’esame radiografico del torace, infine, dovrebbe essere possibile rivelare segni compatibili con una polmonite di tipo interstiziale.

Cure e terapie

Attualmente non è disponibile un vaccino per la SARS: durante l’epidemia sono stati avviati molti studi frenati dall’autolimitazione dell’epidemia; è una malattia respiratoria grave che però tende ad evolvere spontaneamente verso la guarigione.

Per quanto riguarda la terapia di solito si procede così come si fa quando ci si trova di fronte ad una polmonite di natura virale o di causa non determinata: si somministrano antibiotici per evitare le infezioni batteriche, nei casi più gravi può essere necessario l’ossigenoterapia, la ventilazione assistita e la rianimazione; sono stati utilizzati anche degli antivirali, ma la loro efficacia non è stata dimostrata.

Se dovesse scoppiare una nuova epidemia di SARS si potrebbe agire solo sui sintomi e, come è già successo al momento dell’epidemia, si deve procedere con l’isolamento del malato, e i famigliari e il personale sanitario devono adeguatamente proteggersi. Arginare la diffusione del virus, in ogni caso, è possibile anche  rispettando le regole valide sempre quando si parla di malattie infettive su base virale: lavarsi le mani con acqua e sapone quando necessario, evitare il contatto con mani non pulite con bocca, naso e occhi, non condividere con altre persone asciugamani, salviette, stoviglie, posate e arieggiare spesso i locali in cui si soggiorna.

 

 

 

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