Il pane di Genzano è un prodotto tipico della panificazione laziale (Genzano è un comune a 10 km da Roma), che vanta una lunga tradizione rurale e contadina nella zona dei Castelli Romani, ma che a partire dagli anni Quaranta è diventato famoso un po' in tutta Italia, anche se la denominazione IGP è arrivata solo nel 1997 con la dicitura "Pane casereccio di Genzano IGP" (il primo pane a ricevere tale denominazione in Italia).
Questo pane si caratterizza per avere una mollica soffice e spumosa e una crosta bruna e croccante, tali da renderlo il pane ideale per preparare le bruschette, o solo con aglio e olio oppure con pomodoro e basilico.
Ma il pane di Genzano è, in effetti, molto versatile e si può abbinare a qualsiasi contorno e a qualsiasi companatico.
Il disciplinare di produzione perevede che il pane casereccio di Genzano sia prodotto solo ed esclusivamente nel territorio del comune di Genzano, in provincia di Roma.
Qui di seguito un elenco delle caratteristiche peculiari di questo pane:
Il pane di Genzano viene prodotto a partire dalla biga, un preimpasto ottenuto miscelando tra loro farina, acqua e lievito madre, usando farine forti come la "0" e la "00" in modo che il risultato finale sia asciutto.
La biga viene poi impastata con altra farina e sale e il composto viene fatto lievitare per circa un'ora.
I filoni o le pagnotte vengono modellati e inseriti in apposite cassette di legno affinché prendino la forma desiderata, quindi spolverati con crusca che conferisce al prodotto finale il tipico colore molto scuro.
Il pane casareccio di Genzano viene cotto solitamente nei forni a legna, anche se il disciplinare prevede una cottura anche in forni a diversa alimentazione, purchè abbiano raggiunto una temperatura compresa tra i 280 e i 320°C.
Il tempo di cottura dipende dalle dimensioni del pane e varia dai 35 minuti a un'ora.
Il bollino che lo identifica deve contenere in etichetta il logo comunitario dei prodotti IGP e la dicitura "Pane casereccio di Genzano", il codice del produttore autorizzato e il numero progressivo di produzione al fine di garantirne la rintracciabilità.
Il bollino viene posto su ogni pagnotta o filone sul dorso prima della cottura e viene realizzato con materiale e inchiostro atossici.
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