Cisticercosi

La cisticercosi causata dal Cysticercus Cellulosae, forma larvale della Tenia solium, è una patologia che si presenta sottoforma di cisti delle dimensioni variabili tra una capocchia di spillo e un pisello che possono essere presenti in forma sporadica (la maggior parte dei casi) o diffusa nella muscolatura del bovino.

 

 

Vie di trasmissione

L'infestazione umana si trasmette mediante il consumo di carni crude o poco cotte infestate da cisticerchi, oppure mediante l'ingestione di uova mature di tenia. I cisticerchi infatti, possono sopravvivere negli alimenti poco cotti o crudi e non congelati. Risultano quindi a rischio tutte le pietanze non sottoposte a tali trattamenti termici prodotte con carne di bovino.

Quando il parassita si fissa in una sede qualsiasi, avviene la trasformazione dell'embrione in cisticerco che appare allora come una vescicola nel cui interno è inguainata la testa. Tale stadio di sviluppo può durare pochi mesi o anche qualche anno. Quando il parassita muore, va incontro a fenomeni regressivi o di riassorbimento o più spesso di calcificazione.

Giunto nell'intestino (duodeno), si fissa alla parete intestinale completando il suo sviluppo in verme adulto nello spazio di tre mesi circa.

La presenza del parassita adulto nell'intestino dell’uomo (teniasi) si rende evidente dopo circa 2-3 mesi dall'ingestione del cibo infestato e decorre in forma asintomatica con leggeri dolori, dimagrimento, fame aumentata e prurito anale.

Le sedi

Cisticercosi

La localizzazione più frequente del cisticerco è nell'occhio e nei suoi annessi (46%); seguono il sistema nervoso (meningi, cervello, midollo spinale, 41 %), la pelle ed il tessuto sottocutaneo (6,32 %), i muscoli (3,46 %) ed altri organi come le ossa (3,22 %).

Il numero dei cisticerchi è variabilissimo nello stesso individuo, da poche unità isolate a parecchie migliaia. Se si pensa che ogni proglottide (segmento) contiene anche 30.000 uova, non sorprende l'enorme numero di parassiti che possono essere rinvenuti.

 

 

Sintomi

La presenza del cisticerco a livello cerebrale, oculare o cardiaca si accompagna ad alterazioni importanti e spesso irreversibili con grave compromissione funzionale (sindromi epilettiche, paralisi, distacchi di retina, esoftalmi, tachicardia, dispnea, sincopi).

La cisticercosi muscolare diffusa, se è vero che in gran numero di casi decorre silente, può talvolta originare una sintomatologia dolorosa, anche se vaga ed indefinita, a carico degli arti colpiti, che può simulare un processo reumatico. Non si deve infatti dimenticare che i cisticerchi calcificati agiscono nel contesto del muscolo da corpi estranei e possono quindi costituire uno stimolo irritativo in seguito ad esempio ad una attività  muscolare particolarmente gravosa.

Sia la morfologia che la successiva frammentazione dei cisticerchi, sono peraltro determinate dalla pressione e dalla contrattilità del tessuto ospite sui parassiti.

Diagnosi

La diagnosi di cisticercosi si effettua con la radiografia ed è una diagnosi sostanzialmente casuale e fortuita. La diagnosi clinica di questa malattia è pressoché impossibile a meno di non rinvenire proglottidi nelle feci.

 

 

Sulla forma del cisticerco influisce la sede di impianto, a causa della pressione che i tessuti circostanti esercitano sulle sue pareti. L'aspetto è diverso a seconda che sia presente o meno la calcificazione.

Lo studio radiografico della cisticercosi cerebrale è molto difficile perché il parassita, non condizionato da un particolare orientamento come per esempio avviene nei muscoli, può assumere le forme più svariate e quindi non è facile da individuare.

Nell'occhio i cisticerchi possono assumere una forma tondeggiante, mentre nei muscoli, i cisticerchi calcificati sono orientati lungo il decorso delle linee di forza e possono interrompersi in più parti specie in individui dediti a lavori pesanti a causa della continua pressione che viene ad esercitarsi sulle loro fragili pareti.

Radiologicamente, nei casi di cisticercosi muscolare diffusa, la diagnosi è semplice: i parassiti calcificati appaiono sui radiogrammi come piccole ombre granulose, in numero variabile, ovali, fusiformi, a contorni talvolta netti talvolta dentellati, di grandezza oscillante dai 15-20 mm di lunghezza per 7-8 mm di spessore.

Mentre la diagnosi radiologica di cisticercosi risulta facile quando il numero dei parassiti e la loro diffusione muscolare è notevole, non altrettanto può dirsi quando si tratta di poche unità isolate, a localizzazione ad esempio cerebrale o oculare.

Nonostante sia una malattia molto rara e dal punto di vista clinico la cisticercosi muscolare non causa una sintomatologia ben definita, bisogna analizzare con accuratezza la storia clinica di questi pazienti.

Essi spesso narrano che in un determinato periodo della loro vita hanno sofferto di dolori muscolari, spesso diffusi agli arti superiori ed inferiori, interpretati come un fatto reumatico e trattati come tale. Tale sintomatologia potrebbe quindi essere attribuita alla invasione massiva dei parassiti. Quindi nei casi dubbi è sempre meglio eseguire ulteriori esami.

Profilassi e Terapia

La cottura accurata della carne previene l'infestazione da parte di questi organismi. La prevenzione della cisticercosi in aree endemiche può essere difficoltosa; l'infezione può verificarsi nonostante igiene personale e comportamenti alimentari scrupolosi.

Una persona infettata deve essere trattata tempestivamente al fine di eliminare il microrganismo.

Il trattamento di scelta per la cisticercosi cerebrale è il praziquantel (50 mg/kg/die per 15 giorni) oppure l'albendazolo (15 mg/kg/die per 28 giorni).

Non tutti i pazienti rispondono al praziquantel e non tutti devono essere trattati (le cisti possono essere già morte o la risposta infiammatoria al trattamento potrebbe peggiorare il decorso della malattia). Corticosteroidi (come il desametazone, 4-16 mg/die) e anticonvulsivanti possono essere necessari al fine di ridurre i sintomi dovuti alle cisti in fase di degenerazione. La chirurgia può essere necessaria se la cisticercosi cerebrale causa idrocefalo ostruttivo, infezione del quarto ventricolo cerebrale e nella cisticercosi spinale e oculare.

 

 

 

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