Alimentazione del bambino adolescente

Com'è noto, l'adolescenza è un periodo caratterizzato da tutta una serie di importanti modificazioni fisiche, psichiche, comportamentali e sociali che si concretizzano in un profondo bisogno di indipendenza ed autonomia in tutti i campi del vivere, non esclusi dunque i comportamenti alimentari.

 

 

L'immagine fisica di sé infatti per l'adolescente è importantissima come elemento di relazione sociale extrafamiliare, come determinante per l'integrazione nel "gruppo" dei suoi coetanei.

E quale strada migliore che non quella che passa attraverso l'alimentazione, per ottenere le modificazioni volute e ritenute accettabili agli altri?

Peccato che la tempesta ormonale - dal punto di vista fisico - e la crisi adolescenziale - da quello psichico - rendano poi il risultato sempre e comunque inaccettabile soprattutto verso se stessi: ed è giusto l'accettazione del proprio sé corporeo come adeguato a rappresentare uno tra i principali passaggi di frontiera dalla fase adolescenziale a quella adulta.

Tutto ciò, peraltro, soprattutto in quanto erronea autovalutazione della propria immagine corporea con riduzione della stima di sé, fenomeni frequentemente riscontrabili in questa classe d'età, rappresentano un ostacolo ad un corretto approccio dietetico-educativo.

La particolare importanza dell'alimentazione in età adolescenziale è giustificata anche dai profondi cambiamenti somatici che si verificano ora. Sebbene peso e altezza siano le caratteristiche corporee i cui cambiamenti sono più facilmente verificabili, questi due parametri danno un'idea solo approssimativa dei cambiamenti di stato nutrizionale dell'adolescente; informazioni più utili si possono avere dalle variazioni della composizione corporea in termini di massa magra, massa grassa e acqua corporea totale (FFM, FM e TBW nella terminologia usata in bioimpedenziometria).

 

 

Alimentazione adolescenza

La massa grassa è sempre più elevata nelle femmine, ma il suo andamento percentuale varia nei due sessi: nelle femmine cala - rispetto all'infanzia - fino a circa 12 anni e ½, poi riaumenta; nei maschi, invece e all'opposto, prima aumenta, poi tende a ridursi.

La massa magra si comporta in maniera quasi esattamente speculare, con un risultato finale che la vede a percentuali finali più alte nei maschi.

È lo sviluppo sessuale a modificare la composizione corporea, poiché in fase prepuberale prevale la deposizione di massa grassa (fat wave) mentre in fase post-pubere prevale la deposizione di massa magra (growth spurt).

Pressoché tutti gli studi epidemiologici nei Paesi industrializzati mostrano che gli adolescenti mangiano male, soprattutto in termini di qualità.

Ecco in breve, rispetto ai LARN, gli aspetti più significativi:

  • l'assunzione calorica giornaliera è adeguata, talvolta anche leggermente inferiore;
  • il consumo di proteine, soprattutto animali, è eccessivo;
  • il consumo di carboidrati totali è ridotto, con eccesso di zuccheri semplici e scarso apporto di quelli complessi;
  • l'introito di colesterolo tende ad essere eccessivo;
  • il consumo di fibre e calcio resta scarso come già nelle età precedenti.
  • uno scarso consumo di fibra e di calcio.

 

Tutti gli squilibri sono frutto di comportamenti alimentari erronei per lo più individuali, dato che i familiari riescono ad avere sempre minor presa su quanto, come e dove mangiano i propri figli.

E su questo intervengono piuttosto fattori legati all'appartenenza (o alla volontà di appartenere) al gruppo, in quanto l'adolescente ha la necessità di realizzare una propria identità proprio attraverso la vita di gruppo, da cui deriva la tendenza ad assumere comportamenti non più dettati da scelte decisionali autonome, ma da mode o stili di vita ritenuti più gratificanti anche se spesso risentono, proprio perché mode, di influenze devianti dettate, ad esempio, da motivazioni consumistiche o filosofiche, o etiche. Così ad esempio si ha: l'abitudine a saltare la prima colazione o a farne una del tutto insufficiente; la frequentazione esagerata e incongrua dei fast-food; la pratica di diete particolari - dimagranti "fai da te", vegetariane, macrobiotiche-zen.

 

 

L'educazione alimentare dell'adolescente deve esser volta, più che alla prescrizione di tabelle dietetiche che restano poi spesso inascoltate, a stimolare comportamenti autonomi e corretti: l'abitudine ad una prima colazione adeguata, il consumo contenuto di alimenti animali, l'assunzione con la dieta di quantità adeguate di ferro, calcio, fibra, vitamine e alimentari.

Bisogni psicologici

Cosa sapere

Lo sviluppo biologico e le aumentate sollecitazioni ambientali e interpersonali producono nell'adolescente un vero bombardamento di sensazioni ed emozioni, il tutto mentre le maggiori abilità intellettuali e lo sviluppo del pensiero consentono di formulare ulteriori astrazioni e riflessioni su se stessi e sugli altri.

Vari temi assumono importanza e significati e intensità notevolmente maggiori rispetto al passato, e principali rispetto a tutto il resto: i temi del giudizio e della stima di sé; gli interrogativi su come diventare grandi, rendersi autonomi e dunque originali e differenti rispetto alla famiglia d'origine; sentirsi membri di un gruppo di coetanei; costruire la propria individualità.

È perciò un periodo particolarmente delicato, in quanto la scoperta concettuale si unisce e non sempre in modo ordinato a quella esperenziale ed allo sviluppo psicosessuale.

Come detto più volte, il corpo ha un ruolo di protagonista nella vita dell'adolescente e con esso il modo di mangiare che diviene subito espressione delle propria originalità, libertà e individualità.

Anche i rapporti intrafamiliari subiscono radicali e brusche trasformazioni: cambiano regole e controlli imposti, iniziano i primi distacchi e le prime delusioni.

I genitori sono sempre colti di sorpresa dalla crescita dei figli e ne accettano malvolentieri il distacco, restando perciò tendenzialmente attaccati a modalità di accudimento precedenti; ciò crea fastidio ed irritazione nei figli, causando l'inizio delle lotte per l'autonomia, nel mentre si modifica (in senso negativo, o comunque critico) l'immagine che l'adolescente ha dei genitori.

Nel frattempo cambia anche la percezione del tempo: da un presente continuo ed infinito si passa ad una suddivisione tra passato, presente e futuro, con quest'ultimo che viene percepito come già presente.

Dunque l'irrompere del pensiero astratto e delle capacità critiche ed altamente simboliche fa sì che tutti gli schemi vadano rimodellati e questa rottura di simmetria impone prese di posizione precise (e spesso esagerate!) di fronte alla vita.

Il principale indicatore di un'adolescenza ben avviata è la capacità di stabilire rapporti sentimentali soddisfacenti.

Cosa fare

È necessario cercare di prepararsi a questo rivolgimento della vita dei figli, attenti a non incorrere in un braccio di ferro su qualunque cosa, ma nello stesso tempo sapendo imporre regole ed argini, dei quali l'adolescente ha un estremo bisogno, per quanto le combatta fieramente!

In questa fase, il discorso delle garanzie che l'adolescente deve saper fornire a fronte di ogni aumentata richiesta di libertà ed autonomia, è un ottimo metodo per gestire la tempesta adolescenziale.

Mettere l'adolescente di fronte alle proprie responsabilità lo farà sentire trattato da adulto e stimato da competente, mentre lo educherà al rispetto degli impegni presi (solo dimostrando di sapersi far carico dei propri oneri, infatti, potrà ottenere gli aumenti di libertà desiderati).

Il distacco emotivo dalla famiglia è un processo lento ed articolato il cui inizio culmina in questa fase ed è proprio dalla riorganizzazione adolescenziale che dipenderà poi la qualità della vita adulta.

Cosa non fare

Negare all'adolescente il cambiamento in atto e continuare a trattarlo da bambino come se niente fosse successo.

Ribadire, senza possibilità d'intervento attivo, una rigidità di regole che ne limitino l'iniziativa personale, come pure - cosa assai più frequente oggi - lasciarlo nella totale assenza di regole assegnandoli la gestione del tutto autonoma di responsabilità più grandi di lui.

Evitare dunque di lasciarlo solo come pure di pressarlo, ovvero di stabilire le regole basandosi sulle sue personali esigenze più che sulle sue necessità.

Non cedere immediatamente alle sue richieste di cambiare qualcosa del suo corpo (dimagrire, ingrassare, crescere, correggere il naso o il seno, decorarsi con tatuaggi o piercing), ma ricordarsi invece che c'è sempre dietro una più ampia richiesta d'aiuto ad integrare i vari aspetti della propria esistenza, ovvero della propria vita personale e familiare.

 

 

 

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