Il latte arricchito, o fortificato, è un prodotto in commercio già da moltissimi anni, e le cosiddette "fortificazioni" riguardano diverse sostanze.
Abbiamo infatti in commercio il latte arricchito di grassi omega 3, di cui abbiamo già parlato, abbiamo inoltre il latte arricchito in fibre e vitamine, e infine troviamo sul mercato quello arricchito in calcio, spesso in associazione alla vitamina D, che è l'oggetto di questo articolo.
Il latte, e ovviamente i suoi derivati, è un prodotto molto ricco di calcio, come tutti sanno. Ma quanto ne contiene esattamente? E quanto ne occorre consumare per avere reali benefici?
Il latte contiene mediamente 125 mg di calcio per 100 g di prodotto. Il fabbisogno giornaliero di calcio, per un adulto, varia da 800 a 1200 mg, a seconda dell'età (in tarda età e nell'adolescenza ne occorre di più) e di alcuni stati particolari (come la gravidanza o l'allattamento dove ne occorre di più).
Dunque, 200 g di latte (un bicchiere) soddisfano circa il 25% del fabbisogno giornaliero, una quantità sicuramente importante, che pone il latte sicuramente tra gli alimenti più ricchi di calcio.
Il latte arricchito di calcio che troviamo in commercio ne contiene circa 160 mg per 100 g di prodotto, ovvero circa il 30% in più rispetto al latte non arricchito. Un aumento sensibile, ma di certo non sostanziale.
È sufficiente infatti bere 250 g di latte tradizionale, per avere lo stesso calcio che si otterrebbe bevendo 200 g di latte arricchito. Diciamo che il latte arricchito di calcio potrebbe essere un'opzione interessante, soprattutto per coloro i quali non riescono a raggiungere la quantità giornaliera raccomandata con gli alimenti. Il problema riguarda i potenziali svantaggi dell'assumere un latte arricchito di calcio. Svantaggi che, purtroppo, esistono.
Il latte ricco di calcio è proposto da diverse aziende, come Mukki e Parmalat. Il costo di questi prodotti è non inferiore a 1,5 euro per litro, quasi quanto un latte alta qualità, un latte fieno o un latte A2, giusto per citare tre prodotti di alta gamma. Questi tre prodotti citati hanno caratteristiche organolettiche che, con tutta probabilità, sono superiori a quelle di qualunque prodotto arricchito. Di sicuro sono più qualitativi rispetto a qualunque latte a lunga conservazione, come può essere per esempio il latte calcium plus di Parmalat. Ma lo sono, probabilmente, anche rispetto a un latte arricchito a pastorizzazione alta, come quello prodotto da altre marche.
Insomma, acquistando un latte arricchito in calcio, stiamo acquistando anche un buon latte dal punto di vista qualitativo? Permettetemi di avere qualche dubbio. Per esempio, io sconsiglio vivamente ai consumatori abituali di latte, di acquistare quello a lunga conservazione: oggi il latte fresco dura fino a 3 settimane o più, se la pastorizzazione è ad alta temperatura, e il gusto resta molto, ma molto differente (migliore!), rispetto a qualunque prodotto a lunga conservazione, che spesso, tra l'altro, è fatto con latte proveniente dall'estero.
Il tutto, a fronte di un guadagno in termini di maggior apporto di calcio che, sebbene non sia trascurabile, non è di certo così rilevante. Se pensiamo di essere carenti di calcio, o di vitamina D, è sufficiente assumere un multivitaminico, che costa pochi centesimi al giorno e ci garantisce dalla carenza non solo di vitamina D o calcio, ma anche da tutte le altre vitamine e da tutti gli altri minerali. Che senso ha assumere un integratore che il produttore ha inserito nel latte, quando possiamo assumerlo noi stessi sottoforma, appunto, di integratore? Per non assumere una pillola, accettiamo di bere latte UTH al posto di quello fresco? A mio parere ha veramente poco senso.
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