Nella pratica sportiva, è facile incorrere in traumi e lesioni muscolari, soprattutto agli arti inferiori, ma vengono coinvolti a volte anche muscoli degli arti superiori, dorsali e lombari.
Il danno muscolare può derivare da eventi traumatici esogeni o endogeni.
Nel caso di traumi esogeni, la causa responsabile è un agente esterno che colpisce il muscolo danneggiandone le sue fibre a contatto con il piano osseo e rendendo non semplice la diagnosi poiché il versamento ematico non è visibile in superficie. Queste sono le cosiddette contusioni muscolari.
Il danno muscolare da trauma endogeno può essere causato da contrazioni troppo intense o improvvise ed è rappresentato dall'allungamento, dallo stiramento e dallo strappo muscolare.
Il tessuto muscolare reagisce al trauma conclusivo in modo diverso a seconda che si trovi in fase di rilasciamento o di contrazione.
In caso di rilasciamento, il muscolo non offre una particolare resistenza al corpo contundente e si deforma in maniera elastica. Così la forza traumatica può scaricarsi su una superficie più grande disperdendo la maggior parte della sua energia potenziale. Il quadro clinico sarà meno grave rispetto ad una contusione che avvenga a muscolo contratto.
Infatti, se il trauma agisce durante la fase di contrazione, il muscolo è come se fosse una struttura rigida, meno deformabile e quindi con una minore possibilità di disperdere la forza traumatizzante che si concentra su zone ristrette, determinando delle lesioni più gravi alle fibre del muscolo.
Le contusioni muscolari possono essere suddivise in 4 gradi:
Comuni a tutte le contusioni muscolare: la tumefazione, la contrattura e la dolorabilità sia spontanea che provocata dall'azione o dal movimento. Nel caso in cui vi sia una grave discontinuità muscolare, la palpazione consente di evidenziare una depressione determinata dalla retrazione del tessuto muscolare nella zona di interruzione.
Solitamente per la diagnosi basta l'anamnesi (racconto del paziente riguardo l’accaduto) e la visita clinica, anche se l'ecografia e la risonanza magnetica possono essere utilizzati per precisare l'entità della lesione.
Non è complicato soprattutto per le contusioni di 1° e 2° grado.
Prima del consulto dello specialista, comunque indicato a meno che il trauma muscolare non sia lieve, si consigliano alcune semplici regole in grado di limitare i danni e favorire un rapido recupero, riassunte dall'acronimo R.I.C.E.: Rest (riposo), Ice (ghiaccio), Compression (compressione), Elevation (elevazione), con l'eventuale aggiunta di bendaggi elastici modicamente compressivi.
Nelle lesioni di 2° grado può essere utile anche la somministrazione di farmaci anti dolorifici e miorilassanti oltre che il confezionamento di gessi che aiutino mantenere il muscolo colpito nel massimo rilasciamento.
Nelle lesioni di 3° e 4° spesso è necessario l'intervento chirurgico per accostare i monconi del muscolo lesionato.
La frattura del collo del femore, molto comune negli anziani, interessa la porzione di osso compresa fra la testa e la regione sottotrocanterica dell'osso femorale.
Per calcolosi salivare, o scialolitiasi, si intendono delle formazioni di minerali cristallizzati, simili a pietre, che si formano nelle ghiandole salivari.
I gangli, o cisti sinoviali, sono grumi non cancerogeni che si sviluppano tipicamente lungo i tendini o le articolazioni.
L'erisipela è una dermoipodermite batterica acuta, ovvero un'infezione degli strati più profondi della pelle.
L'acido D-aspartico è un integratore utilizzato per migliorare la fertilità e per aumentare la produzione di testosterone.
La crisina è un integratore che inibisce l'enzima aromatasi, è utilizzato per aumentare il livello di testosterone ma la sua efficacia non è dimostrata.
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