L'elettromiografia è un esame specifico che prevede la registrazione dell'attività muscolare effettuata tramite l'utilizzo di alcuni elettrodi posti sulla pelle o di aghi molto fini per un'analisi dei muscoli più profondi o per una migliore discriminazione tra aree vicine. Gli aghi infatti possono analizzare un'area più ristretta e quindi possono dare informazioni molto più precise.
I risultati ricavati vengono proiettati sullo schermo di un oscilloscopio che può essere collegato con un altoparlante per integrare il segnale visivo con quello acustico. È un esame usato tipicamente per la diagnosi di malattie neuromuscolari legate a un ridotto trofismo muscolare (il muscolo si assottiglia) o una riduzione della sua forza.
Si possono registrare dei segnali solo nel muscolo in contrazione, in quanto il muscolo sano a riposo dà dei segnali talmente deboli che non riescono ad essere visualizzati. Questi segnali vengono registrati grazie alle variazioni di potenziale che avvengono nel muscolo in contrazione e vengono quindi trasformati in un'onda sull'oscilloscopio.
Possono essere distinte 3 fasi in cui la contrazione passa da debole (fase di oscillazione) a media (fase di transizione) fino a quella più forte (fase di interferenza). Queste 3 fasi sono rappresentate sullo schermo come delle onde acuteche lungo i 3 stadi diventano sempre più fitte (aumentano di frequenza).
Mentre si svolge l'esame viene valutata la presenza di attività spontanea registrabile che, se presente, può far pensare a una denervazione (che deve essere avvenuta da almeno due settimane). La denervazione viene avvertita dall'altoparlante come un suono acuto e metallico, con delle onde piccole e fitte.
Si sentirà invece un suono forte e grave, con delle onde grandi e ampie in caso di malattie nervose più centrali o nella reinnervazione di un muscolo.
Si esaminano poi le caratteristiche dell'unità motoria con la valutazione della durata media del singolo potenziale d'azione (si allunga con l'età). La durata del potenziale d’azione aumenta in caso di una atrofia dovuta a un deficit dei nervi o del midollo, mentre diminuisce in caso miopatie, in cui c'è una sofferenza diretta del muscolo.
Come ultimo elemento viene investigata l'attività elettrica che segue all'attivazione massimale. Solitamente si visualizzano un'intensa quantità di onde molto strette, acute e tutte molto vicine. Se la frequenza è ridotta rispetto quello che ci aspettiamo la sofferenza sarà probabilmente dovuta a un problema nervoso, se invece le onde sono "piccole" il problema sarà muscolare.
È da ricordare che l'EMG viene utilizzato anche per lo studio della velocità di conduzione delle fibre nervose. Vengono posti degli elettrodi sulla cute lungo il percorso del nervo che si vuole analizzare e successivamente viene applicato uno stimolo sensorio se si vogliono analizzare nervi sensitivi, altrimenti si chiede al paziente di effettuare particolari movimenti nel caso in cui si vogliano analizzare nervi motori. La velocità è calcolata in metri al secondo (m/s), dividendo la distanza tra i due punti analizzati (in mm) per il tempo trascorso tra le registrazioni dello stimolo nei due punti in ms. La velocità varia a seconda che si tratti di fibre mielinizzate o no ma anche a seconda dell'età del paziente esaminato. Solitamente nell'arto superiore la velocità varia da 40 a 55 m/S, nell'arto inferiore varia da 50 a 70 m/s, mentre nei bambini la velocità è del 50% rispetto a quella degli adulti.
Come abbiamo accennato sopra, possiamo distinguere le malattie diagnosticabili con l'elettromiografia principalmente in atrofie muscolari neurogene, miopatie primitive e malattie miotoniche.
Le atrofie muscolari neurogene sono date da una diminuzione della massa muscolare causata un deficit nervoso: il nervo in pratica non stimola più il muscolo. Sono caratterizzate all'EMG da 3 elementi: segale a riposo, riduzione dell'altezza delle onde nella massima contrazione del muscolo e aumento medio di durata dei singole onde.
Possiamo poi avere delle miopatie primitive (malattie muscolari di sconosciuta origine) in cui troviamo assenza di attività spontanea a riposo, ridotta durata delle onde, ma si osserva un ''quadro di interferenza'' durante lo sforzo massimale.
Infine troviamo le malattie miotoniche (malattie muscolari che ne alterano il tono) in cui si evidenziano delle ampie scariche a seguito sia dell' introduzione dell'ago nel muscolo, ma anche della contrazione riflessa evocata con il martelletto e di quella volontaria.
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