L'ulcera gastroduodenale è la lesione delle pareti interne dello stomaco (mucosa gastrica) e del duodeno, il primo tratto dell'intestino.
Ogni anno vengono colpiti circa un milione di italiani tra i 30 e i 70 anni.
L'ulcera duodenale, la più frequente (65% dei casi), si verifica per la prima volta tra i 30 e i 50 anni ed è più comune tra gli uomini; l'ulcera gastrica caratterizza in genere gli ultrasessantenni e soprattutto le donne.
Stress fisico ed emozionale, alimentazione scorretta, associati ad altri fattori correlati allo stile di vita quali il fumo, la caffeina, l'alcol sono stati additati per anni come i principali responsabili dell'ulcera gastroduodenale.
Solo di recente è stato dimostrato che la maggior parte dei casi di ulcera sarebbero causate da una infezione della mucosa gastroduodenale causata da un batterio, l'Helicobacter pylori, che giocherebbe il ruolo principale nella produzione della lesione ulcerosa rispetto ai fattori ambientali.
Il sintomo più comune dell'ulcera è un dolore bruciante e intermittente nella parte centrale e superiore dell'addome, descritto come senso di indolenzimento, pressione, pesantezza o sensazione di vuoto o di fame.
Il dolore si presenta in modo differente a seconda del tipo di ulcera.
Nell'ulcera duodenale è più frequente di notte, scompare con l'assunzione di cibo o bevendo del latte e si ripresenta due o tre ore dopo il pasto.
Nell'ulcera gastrica, invece, il dolore compare di giorno e l'assunzione di cibo può addirittura peggiorare la situazione.
Nei casi gravi si hanno emorragie, perforazioni o processi ostruttivi.
Attualmente la cura dell'ulcera gastroduodenale è finalizzata all'individuazione e all'eliminazione del batterio Helicobacter pylori. Le tecniche diagnostiche più efficaci sono l'urea breath test, e la gastroscopia con biopsia gastrica.
In associazione alla terapia antibiotica (qualora si riscontri la presenza del batterio) e ai farmaci che diminuiscono la secrezione acida (gli stessi usati nella gastrite), bisogna agire sulle abitudini del paziente cercando di eliminare i fattori predisponenti e aggravanti la malattia: fumo, alcool, caffeina, stress fisico ed emotivo.
L'intervento chirurgico è necessario solamente nei casi in cui le emorralgie non regrediscano spontaneamente.
La chirurgia a cielo aperto (asportazione del duodeno e/o di parte dello stomaco) viene attuata sempre più raramente e nei casi più gravi.
Attualmente si preferisce la chirurgia endoscopica: si accede alla zona colpita tramite sonde introdotte dalla bocca e si interviene con strumenti e sostanze che consentono di sigillare le ulcerazioni.
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