Barcellona si raggiunge facilmente con una delle tante compagnie aeree low cost che partono dai vari aeroporti italiani.
Noi abbiamo scelto la Ryanair con partenza da Forlì (che nel 2007 serviva Barcellona). Questa volta eravamo in compagnia di Mirco e Davide, due compagni ideali perché appassionati di cibo come noi.
Abbiamo scelto di visitare Barcellona dal 31 Maggio al 5 Giugno del 2007. Con la Ryanair si atterra a Girona, poi si prende il pullmann che porta in centro. Da qui, ci si può muovere in Taxi, con la Metro o con gli autobus. Abbiamo alloggiato in un ostello nel quartiere limitrofo alle Ramblas, vicino al mare. Non abbiamo mai avuto problemi sebbene soprattutto di sera e la notte ci sia molto "movimento".
Una delle cose che bisogna sempre fare quando si va all'estero è informarsi sulle feste nazionali. Noi non lo abbiamo fatto e abbiamo poi scoperto che il 5 Giugno a Barcellona è festa: mercati e negozi tutti chiusi, soprattutto quelli che vendono cibo.
Barcellona possiede una infinità di mercati coperti, tutti molto grandi e forniti, spesso accolti all'interno delle strutture originali, costruite nei secoli scorsi, e quindi molto suggestive. Presso questi mercati si trova veramente di tutto e quindi sono più che sufficienti per farsi un'idea della gastronomia catalana e acquistare tutto ciò che occorre. Consiglio di visitarne più di uno, magari andando anche fuori dalla zona centrale, per vedere i mercati "veri" e non le offerte per i turisti.
In questo sito potete vedere una mappa dei mercati e la relativa descrizione dettagliata con orari e quant'altro.
Il mercato più grande e conosciuto è il Mercat de la Boqueria o mercat de Sant Josep, situato sulla Rambla de Barcelona. Molto suggestivo, con banconi molto appariscenti e curati esteticamente, è sicuramente da visitare anche se consiglio di fare acquisti altrove perché l'offerta di questo mercato è troppo turistica per chi vuole veramente scoprire cosa mangiano gli spagnoli.
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Nelle vicinanze ci sono altri mercati molto più "veri" come per esempio il Santa Caterina.
Chi vuole scoprire l'aspetto gastronomico di una grande città turistica deve evitare le zone centrali, andando nei quartieri sprovvisti di attrazioni turistiche di massa. Grazie alla Metro è molto semplice recarsi in qualunque quartiere lontano dal centro: ognuno di questi possiede il proprio mercato e nelle vicinanze del mercato si trovano sempre interessanti negozi di alimentari. Consiglio quindi di scegliere una zona con relativo mercato, e di spendere una mattinata per visitarlo.
Barcellona mi ha globalmente un poco deluso perché mi aspettavo di trovare una cultura gastronomica più a 360 gradi, mentre purtroppo sotto alcuni punti di vista l'ho trovata piuttosto carente. Attualmente si colloca al secondo posto dopo Parigi (la classifica non contempla le grandi città italiane...), ma a distanza abissale (Parigi penso sia irraggiungibile).
Sicuramente gli spagnoli hanno una grande cultura del maiale, e non sto parlando solo del prosciutto, ma anche degli altri salumi. Le salumerie offrono 10-15 tipi di prosciutto perso, con prezzi che vanno dai 15 ai 120 euro al kg. Quelli più pregiati vengono appesi sopra al banco, e sono tutti tagliati rigorosamente al coltello. Abbiamo provato persi prosciutti, che ci hanno tutti soddisfatto appieno dal punto di vista del gusto. Sicuramente gli spagnoli hanno una cultura del prosciutto superiore alla nostra. Anche le salsicce stagionate sono molto interessanti: hanno un gusto molto perso dalle nostre, ma sono fatte molto bene. Molte sono condite con peperoncino dolce o piccante, somigliando vagamente alla nostra ventricina, sebbene abbiano un'acidità più marcata, quasi siano state messe in salamoia.
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Frutta e verdura di buona qualità non mancano, come mi aspettavo visto il clima molto simile a quello italiano. Impressionanti alcune varietà di ciliegie, grosse come prugne. Esistono anche in Italia, ma i produttori sono pochi. A chi pensa che siano "pompate di acqua": non è vero, la dimensione della frutta dipende solo dalla genetica, uno gli può dare tutta l'acqua che vuole ma se il frutto deve crescere piccolo, crescerà piccolo! I prezzi sono molto simili a quelli italiani.
Anche la frutta secca non manca, ci sono banconi molto forniti dove trovare anche cose difficili da reperire in Italia, come le noci di Macadamia.
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I banchi del pesce dei mercati di Barcellona sono molto ricchi e i prezzi piuttosto buoni. C'è una grande cultura del baccalà, lo si nota subito perché ci sono banchi che vendono solo baccalà di ogni genere. A differenza dell'Italia, qui il consumo a crudo è molto diffuso e molti banconi vendono l'esquisada già pronta oppure i ritagli di baccalà per farla. Si tratta di una insalata di baccalà crudo con peperoni, patate, olive e condita con olio extravergine e prezzemolo.
Interessanti anche i peperoni grigliati ripieni di crema di baccalà, che si possono mangiare anche sul posto.
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Le due note più dolenti.
Mi aspettavo molto di più: i panifici sono pochi e l'offerta è veramente scarsa, anche dal punto di vista qualitativo. L'unico panificio veramente bello che abbiamo trovato è il Barcelona Reykjavik che si trova in Carrer de Doctor du. Qui potete gustare dolci tipici e pane di ogni genere (nella foto). Il tutto è biologico.
Un altro negozio di dolci caserecci lo abbiamo trovato a Sarrià (un bellissimo quartiere nella zona Nord), percorrendo il Carrer Major de Sarrià troverete la Xurreria Artesana (vedi sotto), oltre che a perse gastronomie e a un paio di panifici degni di nota. C'è anche il mercato (noi lo abbiamo trovato chiuso): un quartiere che consiglio vivamente!
Le pasticcerie tradizionali offrono pochi dolci, e presentati veramente male: non viene di certo voglia di mangiarli. Niente di particolare... Anche se l'uso di margarina è praticamente assente: solo burro o strutto.
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Altra nota dolente: sembra che in Spagna producano veramente poco formaggio e comunque la cultura del prodotto caseario deve essere abbastanza scadente perché non abbiamo trovato formaggerie degne di nota. I formaggi spagnoli sono pochi, e la roba di importazione non è un gran che.
Forse è la cosa che mi ha stupito di più (in positivo). Negozi (le Xurrerie) che vendono patatine fritte (quelle sottili e croccanti che da noi vendono in sacchetto), fatte al momento. Inoltre piccoli snack fatti di musi di maiale fritti, e cotenne di maiale fritte. Tutto fresco, fatto all'istante, e tutto buonissimo, soprattutto i musetti di maiale. Come dire: se ci dobbiamo fare del male, facciamolo come si deve!
Un discorso a parte meritano i churros: un impasto di acqua e farina superfritto (nella foto, sta friggendo...) e ricoperto di cioccolato oppure venduto insieme a una orrenda cioccolata calda dentro la quale lo si "toccia" a mo' di cantucci e vino. Tutta un'altra cosa rispetto alle xurrerie: non confondete le due cose!
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La orxata è una bibita simile al latte di mandorle prodotta con la chufas, il seme oleoso di una pianta che che cresce sui bordi del Guadalquivir. Questo frutto si può acquistare anche al naturale (vedi foto) ed è piuttosto interessante dal punto di vista dietetico: ha un sapore molto simile alla mandorla, ma è molto più fibroso e quindi necessita di molto più tempo per essere masticato, quindi può essere utilizzato come uno snack senza che si debbano assumere troppe calorie.
La bibita, invece, ha le stesse caratteristiche nutritive del latte di mandorle: non pensiate che sia dissetante o rinfrescante, è una bomba calorica da almeno 250 kcal al bicchiere, che fa venire una sete bestiale e che manda a pallino qualunque proposito di stare dentro al consumo calorico giornaliero!
Interessante anche il torrone spagnolo, venduto in negozi che stanno anche sulla Rambla, viene prodotto sia quello come lo conosciamo in Italia, che una versione tipicamente spagnola, una morbida pasta omogenea di mandorle e miele, di colore ambrato.
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