Brunello di Montalcino DOCG

Il Brunello di Montalcino è un vino rosso toscano ottenuto con uva Sangiovese, tra i più rinomati in Italia e all'estero.

 

 

Il nome di questo vino deriva dal fatto che nell'Ottocento in Toscana il Sangiovese grosso veniva chiamato Brunello, appunto, e Montalcino è storicamente il paese d'elezione per la produzione di questo vino.

Il Brunello di Montalcino ha ottenuto la denominazione DOCG nel 1998 ed è tutelato e valorizzato dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, nato nel 1967, dopo la creazione della DOC (poi divenuta DOCG).

A febbraio di ogni anno il Consorzio organizza una manifestazione dedicata alle nuove annate di Brunello: il Benvenuto Brunello.

Nella stessa zona, oltre al Brunello, si producono altri vini DOC: il Rosso di Montalcino, parente stretto del Brunello poiché prodotto con le stesse uve ma non in purezza e nel quale ricadono tutti i Brunelli che non riescono a guadagnare la DOCG in caso di annate meno fortunate, il Moscadello di Montalcino, un vino bianco da dessert ottenuto con uva Moscato e il Sant'Antimo DOC, che prevede la produzione di vini sia bianchi che rossi.

La storia del Brunello di Montalcino

La vocazione enologica del territorio attorno a Montalcino, in provincia di Siena, è nota ed indiscutibile fin dal Medioevo. Il vino che si produceva in questa terra di dolci colline fin dal Duecento, però, si chiamava inizialmente "Vermiglio" ed era ottenuto sia con uve rosse che con uve bianche. Il termine "Brunello", infatti, indicava solo il nome dell'uva rossa, il Sangiovese ad acino grosso tipico della zona, ma molto difficile da coltivare.

 

 

Questo tipo di uva, infatti, ha uno scarso vigore vegetativo ed una resa incostante, cosa che richiedeva ai tanti produttori proprio la necessità di mescolarlo ad altre uve più resistenti.

Durante l'Ottocento, però, un coltivatore, Clemente Santi, assieme a suo nipote, Ferruccio Biondi, iniziò a sperimentare la vinificazione dell'uva Brunello in purezza, senza aggiunta di altri vitigni e la prima volta che commercializzò il vino oggi conosciuto come Brunello di Montalcino, fu nel 1865.

Da lì seguirono altre sperimentazioni e altre verifiche che condussero l'azienda agricola Biondi-Santi e tante altre realtà vitivinicole della zona ad ottenere dei Brunello di Montalcino sempre più perfetti e ricercati. Questi vini ottennero anche un grandissimo consenso da parte dei consumatori e dei critici, soprattutto nelle versioni invecchiate in botte, poichè, si scoprì, quei vini erano capaci di grandi longevità (10, 20 o anche più anni).

Oggi il Brunello di Montalcino è uno dei vini rossi italiani d'eccelenza qualitativa, paragonabile come fama (forse non ancora come qualità media) al Barolo piemontese, prodotto in un territorio relativamente limitato, 2100 ettari per una produzione annua di oltre 55 mila ettolitri.

Il volume annuo di vendita varia da nove a dieci milioni di bottiglie, di cui un quarto dalle dieci più grandi aziende, un terzo dai commercianti (la maggior parte delle quali destinate alla grande distribuzione italiana e del centro Europa) e il resto (il 40%) da circa duecento aziende medie e piccole. I commercianti sono produttori che non possiedono vigne, ma acquistano il vino da altri produttori e lo imbottigliano con etichetta propria.

Il disciplinare di produzione

Brunello

Il Brunello di Montalcino DOCG viene prodotto nell'intero comprensorio di Montalcino, un comune in provincia di Siena, una zona collinare tra i 400 e i 500 metri s.l.m., che dista 40 km dal mare e 100 km dagli Appennini e che gode di un clima mediterraneo mite con precipitazioni concentrate nel periodo primaverile e autunnale, protetto dalle gelate e dalle nevicate dal Monte Amiata.

La resa massima per ettaro è di 8 tonnellate e il titolo alcolometrico minimo di 12,5%.

Deve essere ottenuto con uva Sangiovese grosso, detta anche Brunello, al 100%.

L'invecchiamento molto prolungato in botte di rovere è uno dei punti di forza del Brunello: il minimo invecchiamento è di 2 anni, ma il vino può essere immesso sul mercato solo dopo il primo gennaio dell'anno successivo al termine di cinque anni, calcolati considerando l'annata della vendemmia; gli anni aumentano a sei per la tipologia Riserva (il periodo imposto da disciplinare più lungo di qualsiasi altro vino italiano: il Barolo, per esempio ha un minimo di 5 anni).

Caratteristiche organolettiche del Brunello di Montalcino

 

 

Il Brunello di Montalcino ha un colore peculiare, rosso rubino tendente al granato, tendenzialmente scarico proprio perché l'uva Sangiovese ha questa caratteristica.

Il profumo è molto complesso, mescola note speziate con note fruttate e floreali (funghi, sottobosco, prugna cotta, ciliegie sottospirito, viola, liquirizia, cannella...).

In bocca è morbido, caldo e persistente, con un forte impatto iniziale che va via via addolcendosi man mano che rimane nel bicchiere, è un vino dotato di grandi evoluzioni, che cambia se bevuto a distanza di ore o anche di giorni.

Si abbina bene alle carni rossi e alla selvaggina (lepre o cinghiale), ai piatti a base di funghi e tartufo, a formaggi molto stagionati, ma può essere bevuto anche come vino da meditazione.

Le migliori cantine e le migliori annate del Brunello di Montalcino DOCG

Tra le più rinomate cantine di Brunello di Montalcino ricordo Biondi-Santi, prima citata, l'azienda storica che tutt'oggi si attesta come una delle migliori, con quotazioni che vanno dalle 70€ per una bottiglia della nuova annata, fino anche a 500€ per una bottiglia di annate particolarmente fortunate.

Altri grandi cantine sono Banfi (a mio parere molto commerciale e molto da turisti...), Casanova di Neri (imperdibile la sua annata 2004), Cupano (di proprietà di un francese che riporta nel suo Brunello uno stile molto elegante), La Poderina (per un ottimo rapporto qualità-prezzo), Siro Pacenti, Uccelliera e Greppone Mazzi.

Tra le annate migliori degli ultimi anni si possono annoverare il 2007, il 2004, il 2001, il 1999, il 1997, il 1995, il 1990, il 1988, il 1985 e il 1975.

 

 

 

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