La coscienza alimentare

Abbiamo visto come la dieta intesa in senso classico, come regime alimentare transitorio imposto dall'esterno, sia fallimentare nella quasi totalità dei casi. Per dimagrire e rimanere in peso forma bisogna cambiare per sempre le proprie abitudini alimentari a favore di una dieta (intesa come regime alimentare) corretta, che soddisfi i vincoli della dieta ideale.

 

 

La dieta ideale è tutt'altro che vincolante, cioè esistono infinite combinazioni di alimenti in grado di soddisfarla: la coscienza alimentare è la comprensione dei vari aspetti della nutrizione che ci consente di seguire la "nostra" dieta ideale.

Avere una buona coscienza alimentare significa conoscere le basi teoriche di una sana alimentazione e saperle tradurre in pratica nella scelta dei cibi e nella loro preparazione al fine di mantenere il peso forma, dare all'organismo ciò di cui ha bisogno, evitare gli alimenti nocivi per la salute.

Il tutto nel rispetto dell'assunto fondamentale che l'atto del mangiare è un piacere della vita.

Coscienza alimentare

Spesso la coscienza alimentare si costruisce per tentativi, mettendo insieme ed elaborando le migliaia di informazioni che vengono dai media, dai giornali, da parenti e amici, dai dottori. Tali informazioni sono spesso errate e altrettanto spesso fuorvianti perché di scarsa importanza rispetto al raggiungimento degli obiettivi della dieta ideale.

La cosa migliore è fare tabula rasa di tutte le convinzioni acquisite negli anni e ricominciare da zero, seguendo il percorso che suggerisco di seguito.

Gestire l'aspetto quantitativo della dieta

Questo aspetto dell'alimentazione è il più importante al fine di mantenere il peso forma, l'aspetto di gran lunga più importante.

 

 

Il percorso da seguire non è banale, d'altronde se lo fosse ci sarebbero meno persone sovrappeso e i metodi tradizionali funzionerebbero nella maggior parte dei casi.

Al termine di questa fase bisogna:

  • conoscere il proprio peso forma;
  • conoscere il proprio fabbisogno calorico;
  • sapere quante calorie occorrono per dimagrire;
  • conoscere le calorie per 100 g dei cibi con una sufficiente approssimazione;
  • saper calcolare le calorie per 100 g di qualunque cibo con una approssimazione sufficiente;
  • imparare i concetti di sazietà e appetibilità e come essi influenzino il set point;
  • apprendere i rudimenti della cucina Sì.

Potrà sembrare un percorso difficile, ma non lo è. Certo non è semplice come seguire una dieta fornita da un dietologo, ma se consideriamo che il tasso di falimento di questo tipo di approccio è maggiore del 90%... Forse vale la pena di impegnarsi un po' di più!

La maggior parte dei miei clienti che seguono il programma di wellness coaching apprendono queste informazioni in 4-5 incontri settimanali, dunque per apprenderle e farle proprie, se ci si mette con impegno e costanza, non ci vuole che un mese o poco più.

Gestire l'aspetto qualitativo della dieta

 

 

L'aspetto quantitativo può sembrare quello più difficile da gestire, ma in realtà non è così. Per dimagrire per sempre, bisogna cambiare abitudini alimentari e questo è un processo che richiede tempo. Non possiamo di certo pensare di cambiare abitudini alimentari dall'oggi al domani, tali cambiamenti vanno metabolizzati e questo richiede tempo.

Modificare i propri gusti

Una buona coscienza alimentare non può prescindere dalla comprensione della fisiologia del gusto. Il gusto dipende esclusivamente dalle nostre abitudini, che si possono educare.

Occorre capire la fondamentale differenza tra gusti acquisiti e gusti innati e imparare a discriminare i cibi buoni perché ipercalorici da quelli buoni perché di alta qualità.

Per abbassare il set point bisogna mangiare cibi meno calorici e quindi meno appetibili, se questo non è accompagnato da un parallelo percorso di abitudine del gusto (soprattutto del gusto del dolce) una sana alimentazione non verrà "digerita" a livello psicologico e non potrà essere seguita a lungo.

Chi è abituato a giudicare buono un prodotto solo perché ipercalorico (molto grasso o molto dolce), è ovvio che non troverà mai l'equilibrio tra il gusto e la salute: un'alimentazione compatibile con il suo consumo calorico non lo soddisferà mai, se quelli sono i suoi parametri di giudizio.

Evitare ingredienti dannosi

Purtroppo in commercio esistono prodotti che contengono ingredienti palesemente nocivi ma non ancora banditi, come i grassi idrogenati e alcuni additivi tra cui i nitriti. La qualità dei grassi è senz'altro il primo fattore da tenere in considerazione, seguito dalla conoscenza degli additivi potenzialmente nocivi.

Questa è senz'altro la parte più semplice da imparare e da mettere in pratica.

Gestire l'aspetto psicologico

L'alimentazione è un aspetto centrale della nostra vita e quindi è naturale che questo semplice gesto coinvolga numerosi meccanismi psicologici. Dunque è molto importante che questi meccanismi siano in equilibrio tra loro, poichè eventuali scompensi si ripercuotono negativamente sulla condotta alimentare e quindi sulla nostra salute.

Tuttavia questo aspetto è secondario rispetto agli altri due, almeno nella maggior parte dei casi: è inutile dare la colpa dei propri problemi alla fame psicologica se non si è in grado di gestire la propria alimentazione dal punto di vista prettamente quantitativo e qualitativo. Probabilmente, imparando le basi di una corretta alimentazione, sarà molto più semplice affrontare e risolvere l'eventuale problema psicologico, causato spesso da insicurezza e senso di impotenza di fronte al proprio problema. L'acculturamento rappresenta sicuramente un arma in più per uscire dal tunnel.

 

 

 

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