OGM e Unione Europea

Come già affermato nell'articolo sui rischi e benefici degli OGM, l'Unione Europea ha un approccio molto più cauto rispetto agli Stati Uniti e agli altri paesi che hanno accettato gli OGM senza particolari timori.

 

 

Negli ultimi 15 anni la Comunità Europea ha speso 70 milioni di euro per progetti di ricerca dedicati esclusivamente all'analisi dei rischi possibilmente associati alle piante OGM. Questi fondi sono stati utilizzati per sviluppare 81 progetti di ricerca che hanno coinvolto più di 400 gruppi di ricerca di tutti i paesi della Comunità. I gruppi appartenevano, per la grande maggioranza, a Università e a Centri di ricerca pubblica senza legami con l’industria. I risultati di queste indagini sono stati pubblicati sulle più qualificate riviste scientifiche e in documenti ufficiali della Comunità Europea. La Comunità stessa li ha presentati e discussi in una tavola rotonda il 9 ottobre 2001.

Le conclusioni generali sono state così riassunte dalla stessa Commissione (Philippe Busquin, commissario europeo): “Research on the GM plants and derived products so far developed and marketed, following usual risk assessment procedures, has not shown any new risk to human health or the environment, beyond the usual uncertaineties of conventional plant breeding. Indeed, the use of more precise technology and the greater regulatory scrutiny probably make them even safer than conventional plants and foods; and if there are unforeseen environmental effects – none have appeared as yet – these should be rapidly detected by our monitoring requirements. On the other hand, the benefits of these plants and products for human health and the environment become increasingly clear”.

 

 

Le leggi della UE sugli OGM

OGM e Unione Europea

Nelle direttive europee recenti sul rilascio degli OGM nell’ambiente, viene richiesta la progettazione di un piano di controllo dopo la fase di lancio degli alimenti OGM nel mercato, con lo scopo di identificare e tracciare gli effetti immediati, a lungo termine o imprevisti, sulla salute umana e nell’ambiente, da parte di OGM e derivati dopo la fase di vendita (Schilter e Costable, 2002). L’Unione Europea ha adottato una legislazione sulla coltivazione di piante OGM che richiede una sorveglianza dopo la vendita, allo scopo di individuare effetti negativi inattesi a lungo termine sulla salute umana (EU directive 2001/18). Il sistema di sorveglianza dopo la vendita e la tracciabilità di filiera per cibo OGM e derivati deve garantire la sicurezza con un’ etichettatura che permetta di risalire all’intera catena produttiva (Kleter et al., 2002).

 

 

A seguito della diffusione di OGM sono state emanate norme comunitarie e nazionali aventi lo scopo di disciplinare la produzione e la ommercializzazione di tali organismi.

Regolamento 258/97

Si redige un elenco di tutti gli alimenti OGM (pomodoro TGT7F, cicoria, radicchi rossi, soia RR, mais GA21, mais BT11, mais BT176, mais T25X MON 810, barbabietola da zucchero, olio di colza e semi di colza, patata New Leaf, ecc).

Decreto del Presidente della Repubblica N° 128/99

Sancisce il divieto di utilizzare materie prime transgeniche per la produzione di alimenti destinati a lattanti e bambini.

Regolamento 1139/98/CE "Labeling regulation"

Stabilisce che tutti i prodotti derivanti da soia e mais ottenuti mediante l’impiego di OGM devono essere etichettati come prodotti transgenici.

Regolamento 49/2000/CE "De minimis"

La Commissione Europea ha individuato la soglia dell’1% calcolata sull’ingrediente mais o soia GM al di sotto della quale non è necessaria un’etichetta particolare da applicare al prodotto alimentare finito. Il produttore deve dimostrare che l’eventuale contaminazione al di sotto dell’1% è accidentale e casuale.

Regolamento 50/2000/CE

Gli additivi o aromi GM o provenienti da OGM devono essere soggetti ad etichettatura se superano la soglia dell1% per ogni singolo ingrediente.

Direttiva 2001/18/CE

Riporta tutta la procedura necessaria per l’autorizzazione ad emettere nell’ambiente OGM sia a scopo di ricerca e sviluppo che a scopo commerciale

I controlli

I metodi per controllare la presenza degli OGM e la loro quantificazione sono di tre tipi:

  • analisi di proteine mediante separazione elettroforetica in gel di poliacrilammide: identificazione della proteina mediante peso molecolare;
  • metodi immunologici che utilizzano anticorpi come reagenti. Il test immunologico più usato è l’ELISA (Enzyme-linked ImmunoSorbent Assay);
  • analisi del DNA. Si basano sulla ricerca di una sequenza di DNA specifico da effettuarsi con varie metodiche più o meno sensibili.

Il problema maggiore di questi sistemi riguarda il fatto che quasi sempre i kit forniti per l'individuzione del transgene sono forniti dalla stessa industria che produce l'organismo OGM, con evidente conflitto di interessi.

 

 

 

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